Gli esseri umani conservano ancora tutti i geni necessari per avere una folta pelliccia: l'evoluzione pero' li ha silenziati, cosi' come e' accaduto anche ad altri mammiferi glabri quali i delfini e gli elefanti. Lo dimostra l'analisi genetica comparata di 62 specie animali, condotta negli Stati Uniti dalle Universita' di Pittsburgh e dello Utah. Lo studio, pubblicato sulla rivista eLife, ha permesso di scoprire nuovi geni legati alla crescita dei capelli, che potrebbero diventare bersaglio di terapie per recuperare la chioma persa a causa dell'alopecia o della chemioterapia.
Per ricostruire il modo in cui gli umani hanno perso la pelliccia, i ricercatori hanno usato metodi computazionali che hanno permesso di mettere a confronto centinaia di regioni del genoma contemporaneamente. In particolare, hanno esaminato oltre 19.000 geni e piu' di 300.000 regioni regolatorie del genoma di 62 specie di mammiferi, concentrandosi sui geni che si sono evoluti piu' rapidamente negli animali senza pelliccia rispetto a quelli pelosi.
E' emerso cosi' che la cute glabra e' un carattere che si e' evoluto in maniera indipendente in nove occasioni differenti tra i mammiferi. Lo ha fatto per vari motivi (ad esempio per consentire una migliore termoregolazione agli elefanti o una maggiore velocita' nel nuoto ai delfini), ma sempre per effetto dell'accumulo di mutazioni negli stessi gruppi di geni, come quelli che determinano la produzione della cheratina e regolano lo sviluppo del fusto del pelo.
Lo studio ha permesso inoltre di identificare centinaia di nuove sequenze regolatorie del genoma e diversi geni che sembrano essere legati alla produzione di peli e capelli e che potrebbero diventare il bersaglio per nuove terapie contro la calvizie.
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