Discussa e temuta all'inizio, inventata da due donne, la tecnica che permette di riscrivere il Dna è diventata ormai sinonimo di rivoluzione e speranza ma è anche una sorta di Sputnik 2.0 della genetica che vede in gara Cina e Stati Uniti.
Appena uscita dai laboratori nella prima sperimentazione mai condotta sull'uomo per combattere una grave forma di tumore, la Crispr-Cas9 (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) è arrivata alla ribalta della cronaca nell'aprile 2015, quando un gruppo dell'università cinese Sun Yat-sen l'aveva utilizzata per riscrivere il Dna di embrione.
Sempre in Cina, nell'aprile 2016 la Crispr è stata utilizzata ancora una volta su embrioni, allo scopo di renderli resistenti al virus Hiv. Ma nel frattempo il clima era molto cambiato e, dopo una moratoria che i ricercatori di tutto il mondo si erano auto-imposti, un documento approvato a Washington nel dicembre 2015 ha aperto alla possibilità di modificare il Dna di embrioni umani, ma esclusivamente di quelli destinati alla ricerca.
L'enorme potenziale di questa tecnica è diventato sempre più chiaro e nel 2015 la Crispr è stata additata come la scoperta dell'anno. In molti si aspettavano l'assegnazione del Nobel, ma almeno per il 2016 le attese sono rimaste deluse.
Messa a punto nel 2013 da due donne, Jennifer Doudna, dell'università di Berkely, e da Emmanuelle Charpentier, dell'università di San Francisco, la Crispr è una sorta di forbice naturale che permette di tagliare il Dna in punti specifici e si ispira al funzionamento di un sistema di difesa immunitaria comune fra i batteri. La tecnica permette di cancellare, sostituire e letteralmente riscrivere intere sequenze del codice genetico utilizzando la proteina naturalmente presente in un batterio (chiamata Cas9 endonucleasi), che viene guidata nel punto esatto del Dna da 'tagliare' da una molecola di Rna.
E' una tecnica facile da utilizzare e precisa, che finora ha permesso di ottenere molto rapidamente in laboratorio modelli di malattie umane e di studiare la funzione di molti geni. Grazie ad essa sono stati ottenuti risultati notevoli, come la nascita dei primi cani in provetta: il taglia-incolla del Dna ha portato al primo successo della fecondazione in vitro dei cani, aprendo le porte alla possibilità di tutelare i lupi minacciati di estinzione. La Crispr ha inoltre permesso di riscrivere il Dna di due specie di zanzare in modo da 'disarmarle' e impedire loro di continuare a diffondere la malaria. La tecnica è stata infine applicata per riprodurre in provetta alcune malattie dei reni e per modificare geneticamente dei maiali in modo che i loro organi possano essere trapiantati nell'uomo senza rischi di rigetto.
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