La Ausl di Bologna vara la lista
unica per gli interventi di chirurgia generale in tutto il suo
territorio. Il sistema innovativo di ridistribuzione degli
interventi tra le unità operative del Dipartimento delle
Chirurgie Generali consentirà di tagliare "almeno del 15%" i
tempi di attesa per i cittadini e aumentare l'efficienza e
l'equità territoriale. Gli ospedali coinvolti sono il Maggiore,
quello di Bentivoglio, di Porretta e di San Giovanni in
Persiceto.
Il progetto prevede un sistema di raccolta unificata della
domanda di interventi, che poi verranno suddivisi per patologia
e organizzati secondo un punteggio che esprime il valore di
priorità sulla base del carattere d'urgenza e del tempo di
attesa. Le operazioni, poi, verranno ridistribuite tra le
diverse unità operative di chirurgia generale su tutte le sale
operatorie dei presidi ospedalieri della Ausl di Bologna.
"Questo significa che noi ridurremo di almeno il 15% i tempi
di attesa della chirurgia di media e bassa complessità",
assicura l'assessore regionale alle Politiche per la salute,
Raffaele Donini. "A fine anno valuteremo quel sia stato il
beneficio dei 30 milioni di euro stanziati dalla Regione per
produrre nel 2024 1,6 milioni prestazioni in più rispetto
all'anno scorso per la specialistica e la diagnostica. A Bologna
e a livello regionale i risultati si stanno cogliendo - aggiunge
- anche perché le stiamo mettendo in campo tutte per diminuire i
tempi d'attesa delle prestazioni".
"Puntiamo a mettere a fattor comune le nostre Chirurgie che
oggi sono organizzate in maniera autonoma sul territorio -
spiega il dg della ausl di Bologna, paolo Bordon - da oggi per
lo stesso tipo di problema chirurgico, in particolare di media o
bassa complessità, daremo la possibilità ai cittadini in maniera
più equa di accedere a più piattaforme chirurgiche" e al
contempo potremo "aumentare le ore di sala operatoria
disponibili" e ridurre il numero di interventi posticipati a
causa del Covid.
"Per il paziente questo modello rappresenta il massimo
dell'equità", assicura Vincenzo Cennamo, direttore del
Dipartimento di Chirurgia generale della Ausl di Bologna.
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