Sono ancora troppi i pazienti reumatologici non vaccinati per Herpes Zoster, Covid-19, influenza, Hpv e pneumococco: questo l'appello della Società Italiana di Reumatologia (Sir), che sottolinea la necessità di immunizzazione per le persone affette da malattie reumatologiche autoimmuni, quali artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, vasculiti, malattie autoinfiammatorie.
Si tratta di malattie in aumento, spesso croniche, che colpiscono frequentemente persone in età lavorativa e con figli giovani, con un severo impatto sulla qualità di vita e sui costi diretti e indiretti a carico della collettività. Per promuovere a livello nazionale l'importanza delle vaccinazioni e suggerire raccomandazioni standardizzate per la pratica clinica, Sir ha realizzato le 'raccomandazioni sulle vaccinazioni nei pazienti affetti da malattie reumatologiche', presentate oggi. "Le malattie reumatologiche sono un gruppo eterogeneo che comprende circa 200 patologie, in grado di colpire diverse fasce d'età - spiega Gian Domenico Sebastiani, Presidente Sir -. Per i pazienti il rischio di contrarre infezioni è più elevato che nella popolazione generale, a causa sia dell'immunodepressione causata da alcune di queste patologie che dagli effetti delle terapie. Troppo spesso vengono sottovalutati i pericoli legati alle malattie prevenibili con vaccino". Oggi "c'è ancora un'ingiustificata diffidenza nei confronti dei vaccini, che è necessario contrastare attraverso la corretta informazione", afferma Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).
Le linee guida sulle vaccinazioni dei pazienti reumatologici "contengono indicazioni utili per Influenza stagionale, Pneumococco, Papilloma virus umano, Haemophilus influenzae b, Epatite A, Epatite B, Polio inattivato, Meningococco B, Meningococco Acwy coniugato, Tetano, Difterite e Pertosse, Tifo, Zoster e buone pratiche per il Covid-19 - sottolinea Giovanni Gabutti della Siti (Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) -. Si tratta delle più comuni infezioni per i pazienti immunocompromessi, dalle quali è importante proteggerli".
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