Continua a rallentare l'epidemia di vaiolo delle scimmie: secondo l'ultimo aggiornamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nella settimana tra il 12 e il 18 settembre si sono verificati 3.794 contagi nel mondo, il 22% in meno rispetto alla settimana precedente, quando si erano registrati 4.863 casi. Complessivamente è giunta a 61.753 la conta dei casi confermati, a cui se ne aggiungono 533 classificati come probabili. Sono invece 23 i decessi, uno in più rispetto alla settimana scorsa, verificatosi in Sudan.
Gli Stati Uniti rappresentano ancora il Paese maggiormente colpito, con più di un terzo dei casi globali (22.957), ma nell'ultima settimana si è registrata una riduzione dei nuovi casi del 32,5%; seguono Spagna (7.037), Brasile (6.649), Francia (3.898), Germania (3.563), Regno Unito (3.552), Perù (2.054), Canada (1.363), Colombia (1.260), Paesi Bassi (1.209).
Dall'ultimo rapporto dell'Oms non emergono cambiamenti nel profilo dei pazienti: la gran parte (il 97,4%) continua a essere di sesso maschile, con un età mediana di 35 anni e, nei casi in cui è noto l'orientamento sessuale, il 90,9% si dichiara uomo che ha rapporti sessuali con altri uomini.
Intanto, dall'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine arriva l'ipotesi di una nuova possibile modalità di trasmissione dell'infezione: i tatuaggi. Sulle pagine della rivista Internal and Emergency Medicine, i ricercatori hanno descritto il caso di un trentanovenne positivo al vaiolo delle scimmie. Il paziente aveva fatto un tatuaggio in Spagna 7 giorni prima della comparsa dei sintomi. Le prime lesioni tipiche della malattia sono comparse proprio nell'area tatuata. Serve "una rinnovata attenzione alle attività che comportano contatti stretti, come i negozi di tatuaggi; occorre prestare particolare attenzione alla sterilizzazione degli strumenti e dell'inchiostro per ridurre al minimo la trasmissione di agenti infettivi", scrivono gli autori dello studio.
