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Covid Italia: ieri 107.122 nuovi casi e 105 morti. I ricoveri sopra quota 10mila

Tasso di positività al 26,2%. Rallenta la crescita dei casi. Raddoppiati i ricoveri.

Redazione ANSA ROMA

Sono 107.122 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Il giorno prima i contagiati erano stati 110.168. Le vittime sono invece 105 rispetto alle 106 di mercoledì. Il tasso si assesta al 26,2%, stabile rispetto al giorno prima e sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 408.096 tamponi. Sono invece 391 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3 in più. Gli ingressi giornalieri sono 48. Supera quota 10mila il numero dei ricoverati nei reparti ordinari, che attualmente sono 10.115, 289 in più rispetto a mercoledì.

Sono quasi 47mila (precisamente 46.905) le dosi di vaccino anti-Covid somministrate nelle 24 ore in Italia, un dato numericamente simile a quello delle inoculazioni degli inizi dello scorso maggio. In particolare, sono state effettuate oltre 36mila le somministrazioni della quarta dose. Di quelle complessivamente somministrate, 45.525 erano Pfizer, 1.033 Moderna, 33 Novavax e 313 Pfizer pediatrico. Sull'inoculazione della quarta dose, il Piemonte è la regione più virtuosa (24% della platea over 60 raggiunta), seguito da Emilia Romagna (17), Toscana (10) e Lombardia (9). La media nazionale è del 9,04%. In coda ci sono Basilicata (4), Sicilia (3) e Calabria (3).

Intanto, "nel Lazio sono già oltre 35 mila le prenotazioni sul portale regionale delle quarte dosi per over 60 e soggetti fragili". Lo comunica in una nota l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

IL MONITORAGGIO SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE GIMBE

Rallenta la crescita settimanale dei nuovi casi di Covid-19, che si attestano oltre quota 728 mila (+22,4% rispetto ai 595.300 della settimana precedente), ma continua ad aumentare il numero dei decessi: 692 negli ultimi 7 giorni (+49% rispetto ai 464). Questi i dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe relativi alla settimana 6-12 luglio.

"L'aumento dei nuovi casi - spiega il presidente Nino Cartabellotta - registra il valore più basso da quando a metà giugno si è avuta l'inversione della curva. Si intravede il raggiungimento del picco, ma la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti".

Sempre dal 6 al 12 luglio i ricoverati con sintomi Covid nei reparti di area medica sono aumentati del 21,5% (9.724 rispetto ai 8.003 della settimana precedente), mentre quelli nelle terapie intensive sono cresciuti del 16,1% (375 rispetto a 323). Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.

L'aumento è inferiore rispetto a quello dei 7 giorni precedenti (33% per ricoveri ordinari e 36% per intensive) ma, sommato a quello delle settimane scorse fa sì che nell'ultimo mese i ricoveri in intensiva risultino raddoppiati passando da 183 il 12 giugno a 375 il 12 luglio, mentre in area medica sono più che raddoppiati, da 4.076 a 9.724.

L'ANDAMENTO NELLE REGIONI

Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, nella settimana considerata, tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 5,1% del Lazio al 51,1% della Valle D'Aosta; fa eccezione la Lombardia che segna un -6,2%.

Rispetto alla settimana precedente, in 8 Province si rileva una diminuzione delle infezioni (dal -21% di Lecco al -0,3% di Roma), mentre le rimanenti 99 province registrano un aumento percentuale (dal +0,1% di Firenze al +101,1% di Sondrio). L'incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province, di cui 62 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti. Di pari passo con il diffondersi dei contagi, si registra anche un aumento del numero dei tamponi effettuati, sia antigenici che molecolari: sono passati, infatti, da 2.152.065 della settimana 29 giugno -5 luglio a 2.517.540 della settimana 6-12 luglio, pari al +17%. Ma, come per quanto riguarda i contagi, anche questo aumento è inferiore rispetto a quello registrato una settimana fa (+33%).

Riguardo, infine, alle reinfezioni, Gimbe ricorda che secondo l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-6 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 659 mila reinfezioni, pari al 4,6% del totale dei casi. Guardando solo la settimana 29 giugno-6 luglio sono state 72.231 e la loro incidenza si è attestata al 10,8%, in aumento rispetto alla settimana precedente (9,6%).

Al 12 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,1% in area medica (va dal 7,8% del Piemonte al 40,2% dell'Umbria) e del 4,1% in area critica (va dallo 0% della Basilicata al 9,3% dell'Umbria).

"L'incremento dei casi Covid delle ultime settimane - afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe - si riflette sugli ingressi in terapia intensiva, che registrano una media di 47 ingressi al giorno rispetto ai 40 della settimana precedente". In aumento, rileva il monitoraggio Gimbe, sono anche i casi di attualmente positivi (1.350.481 rispetto a 1.087.272 della settimana prima) e le persone in isolamento domiciliare (1.340.382 rispetto a 1.078.946).

"Nelle prossime settimane - spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi: questo rende del tutto inaccettabile l'idea di far circolare liberamente il virus. Infatti, se da un lato l'ipotesi di potenziare l'immunità di popolazione con un 'booster naturale' è molto suggestiva, dall'altro la popolazione over 50 suscettibile è troppo numerosa". Inoltre, aggiunge, "questa 'strategia' non tiene conto dell'impatto del long Covid, la cui incidenza è correlata al numero di infezioni. Infine, una circolazione incontrollata di un virus così contagioso come Omicron 5 rischia di determinare una vera e propria paralisi di vari servizi. Ecco perché - conclude Cartabellotta - rimane fondamentale arginare la circolazione del virus utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all'aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio".

Ben venga l'ampliamento della platea vaccinabile con il secondo booster anti-Covid a tutti gli over 60, ma finora "le somministrazioni nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate" e rappresentano "un flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali". Le coperture con la quarta dose sono al 47,8% per immunocompromessi e appena al 22,5% per gli over 80 e fragili. Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolineando che il motivo è "la completa mancanza strategia di sensibilizzazione: anzi, a causa delle aspettative sui vaccini aggiornati le persone sono state dissuase dall'effettuare la quarta dose subito". Alle 6.00 del 13 luglio sono state somministrate 994.379 quarte dosi, a over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti Rsa, con una copertura che va dal 7,8% della Calabria al 42,1% del Piemonte. Mentre quelle somministrate agli immunocompromessi sono state 378.198 con coperture che vanno dal 13,5% della Calabria al 100% del Piemonte. "Tenendo conto del quadro di elevata circolazione è cruciale effettuare la quarta dose subito con i vaccini attuali che, seppur 'vecchi', si sono dimostrati ampiamente efficaci nel riportare a livelli elevati la copertura nei confronti della malattia grave, che declina progressivamente a 120 giorni dalla terza dose". Mentre, rispetto ai vaccini aggiornati Gimbe ribadisce che "quelli in via di approvazione sono tarati su Omicron BA.1, ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5", inoltre "non vi è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità". A preoccupare sono anche le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ferme all'88%, e di chi ha completato il ciclo, ferme all'87%. Mentre sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,6 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 7,85 milioni coloro che non hanno ancora ricevuto la terza dose.

Vaccini:in autunno ok doppia dose anti Covid e influenza Dare a tutti la possibilità di programmare la somministrazione del vaccino anti-Covid assieme a quello antinfluenzale nella stessa seduta vaccinale. E' una delle opzioni previste nel prossimo autunno, supportata dalle stesse indicazioni già espresse dal Ministero della Salute e Comitati consultivi, sulla base dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti-Covid con vaccini antinfluenzali. 

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