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Vaccini: Usa, pediatri arma migliore per convincere genitori

Vaccini

Vaccini: Usa, pediatri arma migliore per convincere genitori

Il 70% degli americani si fida del medico che conosce meglio

ROMA, 26 luglio 2021, 16:46

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Quando si tratta di convincere i genitori a far vaccinare i propri figli contro il Covid è il pediatra la figura di riferimento, il cui parere è ascoltato da oltre il 70%. Lo afferma una survey condotta negli Usa dall'università del Michigan, secondo cui però la maggioranza è contraria a immunizzare i bambini sotto i 12 anni.
    Il sondaggio si basa su interviste a oltre 2mila genitori con almeno un figlio nella fascia 3-18 anni. In generale l'opinione del pediatra è 'molto importante' per il 38%, e 'importante' per il 33% degli intervistati, mentre altri fattori importanti che vengono considerati sono gli effetti collaterali (per il 70%), il fatto che ci siano stati test nel gruppo della stessa fascia di età del figlio (63%), i dati di efficacia (62%) e le ricerche fatte dai genitori stessi (56%). Il 70% dei genitori di bimbi tra 3 e 11 anni e il 50% di quelli della fascia più grande però non ha ancora discusso del problema con il medico. Per quanto riguarda i 12-18enni, per cui c'è già un vaccino approvato, il 39% del campione ha già immunizzato il figlio, il 21% lo farà a breve mentre per il 40% è improbabile. Diverse le proporzioni per i bimbi tra 3 e 11 anni, per cui il vaccino ancora non c'è: il 49% dei genitori intervistati afferma che lo farà fare contro il 51% che invece non lo farà. In entrambi i casi i genitori con un livello socioeconomico più basso si sono rivelati più scettici nei confronti del vaccino. "La pandemia ha fatto sì che i genitori pensassero in maniere diverse alla sicurezza e alla salute dei propri figli - spiega Sarah Clark, che ha coordinato la survey -. Normalmente i genitori si rivolgono ai pediatri di famiglia per informazioni e raccomandazioni sui vaccini per i propri figli. Ma il report suggerisce che metà di quelli di ragazzi tra 12 e 18 anni, per cui già c'è un vaccino anti Covid, non lo ha fatto. E queste discussioni non stanno avvenendo neanche per i bambini più giovani, che saranno eleggibili per il vaccino nei prossimi mesi".
   

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