Sono urgenti, globali e necessitano
di una risposta con sforzi e investimenti da più settori: sono
le 13 priorità e sfide di salute, che l'Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) ha individuato per il prossimo decennio. Al
primo posto c'è la crisi climatica, che è anche una crisi di
salute per via degli effetti dell'inquinamento, seguita
dall'intervento nelle aree di crisi e conflitto, e il colmare le
disuguaglianze nell'accesso alla salute.
"Nessuno di questi temi è semplice da affrontare - spiega il
direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus - ma sono
raggiungibili. La salute pubblica è una scelta politica". E la
prima scelta d'intervento va fatta, per l'Oms, sulla crisi
climatica, visto che l'inquinamento dell'aria uccide ogni anno 7
milioni di persone, il cambiamento climatico causa eventi sempre
più estremi, aumentando malnutrizione e la diffusione di
malattie infettive, come la malaria. Quest'anno l'Oms lavorerà
per sviluppare una serie di politiche preventive per i governi,
per ridurre i rischi per la salute dall'inquinamento. Altra
sfida del nuovo decennio sarà continuare a portare assistenza
sanitaria nelle aree dove sono in corso conflitti e crisi. Nel
2019 sono stati 978 gli attacchi alle strutture sanitarie in 11
paesi, che hanno causato 193 morti. Per ridurre invece le
disuguaglianze nell'accesso alla salute e l'aspettativa di vita
tra paesi ricchi e poveri, l'Oms invita tutti i paesi a
stanziare l'1% del loro Pil alle cure primarie, per dare i
servizi sanitari essenziali vicino casa. Poi bisognerà lavorare
per aumentare l'accesso ai farmaci, fermare le malattie
infettive, prepararsi ad nuova pandemia provocata da un nuovo
virus, a cui la maggior parte delle persone saranno esposte, e
lavorare sull'antibiotico-resistenza.
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