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L'Associazione medica mondiale contro l'eutanasia e il suicidio assistito

'Ma il medico che rispetta il rifiuto alle cure del paziente agisce eticamente'

Redazione ANSA ROMA

La World Medical Association (WMA), che rappresenta le associazioni mediche nazionali di 114 Paesi del mondo, afferma la propria posizione contraria a eutanasia e suicidio assistito. La posizione è espressa in un documento a conclusione della assemblea annuale dell'Associazione svoltasi a Tbilisi in Georgia.

"Nessun medico - si legge nella Dichiarazione - dovrebbe essere forzato a prendere parte a procedure di eutanasia o suicidio assistito, nè essere obbligato a prendere decisioni di rinvio a tal fine". La WMA specifica però che "il medico che rispetta il diritto fondamentale del paziente di rifiutare trattamenti medici, non agisce in modo non etico nel rinunciare o nell'interrompere i trattamenti indesiderati, anche se rispettare tale desiderio esita nel decesso del paziente".

La WMA, si legge nella Dichiarazione pubblicata sul sito dell'associazione, "riafferma il proprio forte impegno nei confronti dei principi dell'etica medica e che il massimo rispetto deve essere mantenuto per la vita umana. Per questo, la Worl Medical Association si oppone fermamente all'eutanasia e al suicidio medicalmente assistito". La Dichiarazione della WMA definisce come 'eutanasia' l'atto deliberato del medico di somministrare una sostanza letale o di mettere in atto un intervento per causare la morte di un paziente capace di intendere su richiesta di quest'ultimo. Si precisa inoltre che il suicidio assistito si riferisce ai casi nei quali, "alla richiesta volontaria di un paziente capace di intendere, il medico deliberatamente abilita il paziente a porre fine alla propria vita prescrivendogli o fornendogli sostanze mediche con l'intento di causare la morte".

"Avendo tenuto conferenze consultive che hanno coinvolto tutti i continenti - ha affermato il presidente della WMA, Frank Ulrich Montgomery - crediamo che tale Dichiarazione sia in accordo con la posizione della maggioranza dei medici del mondo".
   

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