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Meningite: focolaio a Cagliari, chiuse due discoteche

Meningite: focolaio a Cagliari, chiuse due discoteche

Esclusa malattia nel secondo caso sospetto

CAGLIARI, 27 marzo 2018, 14:06

Redazione ANSA

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Allarme meningite: fila alla Asl di Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Allarme meningite: fila alla Asl di Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Allarme meningite: fila alla Asl di Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Otto casi di meningite negli ultimi tre mesi in Sardegna e due morti. Ma secondo lo staff dell'unità di crisi sanitaria contro la patologia non si tratta di epidemia: profilassi e vaccinazione continueranno a riguardare solo i contatti stretti. Per ora rimane il focolaio accertato a Cagliari e provincia. Per quanto riguarda la donna di 38 anni ricoverata ieri all'ospedale Santissima Trinità del capoluogo, è escluso che si tratti di meningite.
    Il punto sulla situazione è stato fatto questa mattina dall'assessorato regionale della Sanità incontrando i giornalisti. E' emerso che in questo primo periodo dell'anno, in concomitanza con la registrazione dei primi casi, sono state chiuse due discoteche, l'Fbi di Quartu, ora in regola e già riaperta ma sotto sorveglianza, e il Cocò di Cagliari perché, spiega la Assl, sono state rilevate carenze igienico sanitarie "di carattere generale". "Solo una concomitanza, il problema non sono le discoteche o i locali in sé, ma l'eventuale sovraffollamento e i comportamenti a rischio", precisa Giorgio Steri, direttore del Servizi di igiene pubblica dell'azienda sanitaria.
    È emerso anche che uno degli ultimi giovani colpiti dalla meningite - il particolare è stato svelato da Paolo Castiglia, esperto di malattie infettive, ordinario all'Università di Sassari - abbia rifiutato la profilassi proposta dopo essere stato a contatto con una persona già malata. "Bisogna ricondurre la preoccupazione, comprensibile considerando anche l'età delle persone colpite, in un alveo di correttezza e proporzionalità - sottolinea l'assessore Luigi Arru - stiamo lavorando già dalla settimana scorsa per attivare e valutare tutte le misure necessarie". Ma è emergenza? "No - risponde Castiglia - Rispetto agli anni precedenti c'è stato un incremento. Ma comunque i numeri non sono cresciuti rispetto a 20 fa, quando iniziò la vaccinazione. Non è dovuto a un singolo ceppo". Allora a che cosa? "Primo - riassume l'esperto - la stagione è stata particolarmente fredda con sbalzi di temperatura e c'è stata la peggiore epidemia influenzale degli ultimi anni. Secondo, un gran numero di casi è accomunato dall'età e dalla frequentazione di luoghi affollati"
   

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