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A Rovigo un bando per assumere biologhe non obiettrici per la fecondazione assistita

Per garantire continuità il servizio al centro di procreazione

Redazione ANSA ROVIGO

La scelta dell'obiezione di coscienza da parte di due biologhe del Centro di procreazione medicalmente assistita (Pma) dell'ospedale di Trecenta (Rovigo) ha costretto l'Usl a fare altre due assunzioni, per garantire la continuità del servizio, che segue centinaia di coppie. Le due nuove biologhe, riferisce 'Il Gazzetino', sono state selezionate con un bando nel quale si precisava che l'obiezione costituiva "giusta causa di recesso dell'Azienda, in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile". 

 Il direttore dell'Usl 18 di Rovigo, Domenico Compostella, ha confermato oggi la scelta di assumere due biologhe non obiettrici per il Centro di procreazione assistita di Trecenta, precisando che la carenza di biologhe nel servizio di Pma di Trecenta si era verificata già nel 2015.

"Il nostro obiettivo - ha detto Compostella - è quello di assicurare la continuità dell'attività, anche perchè l'erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra tra i Lea. E la figura del biologo è fondamentale".
Prima di formulare il bando, con la specifica dell'obiezione quale 'giusta causa' per la risoluzione del rapporto, Compostella ha chiesto un parere giuridico-amministrativo, e la risposta è stata che non violava alcuna norma, proprio in relazione all'attività specifica che queste figure professionali sono chiamate a svolgere.

Nel 2016 il centro Pma dell'ospedale San Luca di Vicenza ha seguito i casi di 215 coppie, con un esito di 62 gravidanze.
   

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