(ANSA) - ROMA - I bambini che si ammalano di Covid-19 producono meno anticorpi specifici contro il virus SarsCoV2 rispetto agli adulti, nonostante presentino una carica virale e una sintomatologia simile. Questa peculiarità li potrebbe esporre a un maggior rischio di reinfezioni. È quanto suggerisce uno studio coordinato da ricercatori del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne, in Australia, pubblicato su JAMA Network Open.
Lo studio ha confrontato la risposta immunitaria di 57 bambini e 51 adulti con un'infezione da SarsCoV2 lieve o asintomatica, misurando più volte nel tempo i livelli di anticorpi IgG, quelli che vengono sviluppati in un secondo periodo dopo l'infezione e che rappresentano la memoria immunologica del virus. I ricercatori hanno riscontrato che solo il 37% dei bambini possedeva IgG specifiche contro il 76,2% degli adulti. Inoltre, mentre negli adulti è stato osservato un legame tra intensità dei sintomi e quantità di anticorpi (le persone sintomatiche avevano il triplo di anticorpi rispetto a quelle asintomatiche), nessun legame di questo tipo è stato osservato nei bambini.
Secondo i ricercatori, a spiegare la differenza tra adulti e bambini potrebbe essere la forte risposta immunitaria di tipo innato dei più piccoli. Si tratta di un'immunità non specifica, presente sin dalla nascita, che potrebbe sbarrare la strada al virus prima ancora che venga messa in atto una risposta più selettiva e raffinata.
Per il team australiano la scoperta ha importanti implicazioni. "La ridotta probabilità di sieroconversione può significare che i bambini sono meno protetti contro le infezioni da SarsCoV2 a lungo termine rispetto agli adulti", scrivono. Di conseguenza, "i bambini sieronegativi hanno un rischio di reinfeizoni più alto", conclude il team. (ANSA).