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Papa a Bambino Gesù, mai più corruzione, 'cancro' dell'ospedale

"Con 'industria' della salute s'inganna gente, saper dire di no"

Redazione ANSA

(di Fausto Gasparroni)
CITTA' DEL VATICANO - Papa Francesco riceve la comunità dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, uno dei più grandi d'Europa, di proprietà della Santa Sede - nella Sala Nervi settemila tra medici, infermieri, volontari, dirigenti, piccoli pazienti e famiglie provenienti anche dalle periferie del mondo -, e non si lascia sfuggire l'occasione per lanciare fortissimi strali contro la passata gestione del nosocomio, e contro l'averlo trasformato, anni addietro, in centrale d'affari e anche - ha ammonito Bergoglio - di "corruzione", a cui bisogna "saper dire no", essendo "il cancro più forte di un ospedale".

Il Pontefice, in un discorso quasi interamente 'a braccio', rispondeva a quattro testimonianze, di cui alcune toccanti, come quella di una ex malata di linfoma, diventata cieca, alla fine diventata essa stessa medico. O come quella di un neo-laureato in Scienze infermieristiche che gli ha chiesto quale dovesse essere il "marchio di fabbrica" di chi lavora al Bambino Gesù. "Sono i bambini - ha risposto il Papa, mettendo da parte il discorso che aveva preparato -. Il Bambino Gesù ha avuto una storia non sempre buona, non sempre, tante volte buona, ma alcune epoche no".

"La tentazione di fare l'uniformità, di trasformare una cosa tanto bella come un ospedale di bambini in un'impresa per fare affari, e i medici diventano affaristi, gli infermieri affaristi, e tutti affaristi", ha detto Francesco. "Non dev'essere tutto perfetto, no - ha proseguito -. Per chi lavora nel Bambino Gesù il marchio di fabbrica è essere stanco, sudato, sporco, anche con voglia di andarsene a casa ma di rimanere. Dare la vita lì. Ma di una sola cosa bisogna avere paura: la corruzione".

Il Papa ha continuato invitando: "Guardate i bambini e pensiamo, ognuno di noi: io posso fare affari corrotti con questi bambini? No". "Io posso finire la giornata sudato, sporco, stanco, con voglia di dire alcune parole un po' brutte e mandare qualcuno a quel paese. Posso? Sì. Ma senza corruzione!". Quindi il suo forte richiamo: "Il cancro più forte di un ospedale come questo è la corruzione. E la corruzione - ha osservato - non viene da un giorno all'altro: si scivola lentamente, oggi una mancia lì, una tangente là, domani una raccomandazione là, e lentamente, senza accorgersene, si finisce nella corruzione".

"I bambini non sono corrotti - ha ribadito Francesco -. In questo mondo dove si fanno tanti affari con la salute, si inganna tanta gente con l'industria della malattia, il Bambino Gesù deve saper dire 'no'. Peccatori sì, tutti noi lo siamo, ma corrotti mai!". Le dure parole del Papa, non del tutto attese (nel suo discorso la presidente Mariella Enoc ha sottolineato che "il nostro ospedale non deve essere e non è un centro di potere né un centro di profitto"), sono sembrate la pietra tombale sull'epoca in cui il Bambin Gesù finiva al centro delle polemiche per vicende come quelle dei 400 mila euro usati per ristrutturare l'attico in Vaticano dell'ex segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, per cui sono finiti sotto inchiesta l'ex presidente Giuseppe Profiti, manager vicinissimo al cardinale, e l'ex tesoriere Massimo Spina.

E anche sull'epoca in cui, proprio sotto l'egida del cardinal Bertone, si facevano mega-progetti su grandi poli della sanità cattolica, successivamente sfumati. Ed è comunque da notare come su tutti i media vaticani (l'Osservatore Romano, il sito di Radio Vaticana, il bollettino sul portale ufficiale Vatican.va) non ci sia traccia delle parole dette oggi dal Papa: tutti hanno preferito mettere il discorso precedentemente preparato, non quello realmente pronunciato 'a braccio'. Anche perché chi ha invece assistito alla diretta tv o radio, oltre a chi era in Sala Nervi, quelle parole contro l'"affarismo" e la "corruzione" le ha potute sentire benissimo.

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