Pari opportunità nell’accesso ai percorsi di prevenzione e cura del tumore al seno. Un approccio particolare, specifico, che è quello della medicina di genere e più investimenti nella ricerca. Sono queste alcune delle direttrici che la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti indica in occasione della presentazione a Roma di un policy paper sul tumore al seno. “Su questa neoplasia - spiega - serve tenere alta l’attenzione perché serve promuovere un percorso di prevenzione che davvero garantisca a tutte le donne, a tutte le ragazze del nostro Paese, pari opportunità di accesso ai percorsi di prevenzione e quindi di diagnosi precoce, e altrettanto una presa in carico laddove si sviluppa la malattia”. “Mi sento responsabilizzata - aggiunge - proprio sulla questione dell’accesso e le pari opportunità in tutti i territori agli screening, diagnosi e prevenzione del tumore al seno: non può essere che una donna abbia meno aspettativa di vita a seconda del contesto in cui si trova. Vi è poi il tema di una rete che debba integrare politiche di carattere sanitario, politiche pubbliche a sostegno delle donne, con ulteriori interventi normativi che si possono prevedere a tutela di coloro che hanno questa patologia. E poi occorre sempre di più investire nella ricerca”. “Il tumore al seno - prosegue Bonetti - è una patologia che può essere curata. Serve certamente una rete sanitaria, serve anche portare avanti servizi di sostegno psicologico che accompagnino le donne ad affrontare con uno sguardo di speranza e fiducia questa patologia. In generale, nel campo della medicina, sempre più occorre portare avanti uno sguardo di prevenzione e di assistenza specifico, ed è per questo che nell’ambito della Strategia per la parità di genere che stiamo portando a termine come Governo e come temi anche del dibattito internazionale nel G20 la medicina di genere è uno dei focus principali”. “È anche importante oggi - conclude - investire con grande convinzione nel recupero dei percorsi di screening e di prevenzione purtroppo rallentati per la pandemia. Per questo abbiamo investito come Governo quasi 500 milioni destinati anche alla ripresa di tutti quegli esami diagnostici che sono necessari“.
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Novartis