È stato l’emblema del Tardo Rinascimento e il primo a ergersi come paladino della tutela dei monumenti antichi, tanto da essere nominato da papa Leone X ‘Prefetto dell’antichità’: è Raffaello Sanzio il protagonista del nuovo volume della collana d’arte del Gruppo farmaceutico Menarini. La presentazione si è svolta con un evento di video-arte in cui colori, luci e immagini si sono rincorsi sulle pareti all’interno della chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte a Firenze, primo centro italiano per le esperienze di arte immersiva. "Firenze, culla del Rinascimento e sede della nostra casa madre, ha accolto negli anni i più grandi artisti di sempre, tra cui Raffaello – hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del board di Menarini -. A poco più di 500 anni dalla sua morte, Menarini ha voluto celebrare questo grande artista e tutti i pittori rinascimentali protagonisti della storica collana d’arte del gruppo inaugurata più di mezzo secolo fa" Curata da Cristina Acidini, già soprintendente del Polo museale di Firenze e oggi presidente dell’Accademia delle arti del disegno, la monografia collega vita e opere di Raffaello mettendo in rilievo la sua ’evoluzione dsotto il profilo umano e artistico. L’opera punta l’attenzione su un aspetto biografico meno noto, che ne fa capire l’attualità, ovvero il suo impegno per la tutela dei monumenti antichi, un concetto che, nei secoli successivi, farà tanta strada e sarà all’origine della moderna tutela delle belle arti. “All’epoca – spiega Acidini - si stava spogliando quanto restava dell’Antica Roma: si fondevano bronzi, si smontavano templi per riutilizzare in modo spregiudicato i pezzi. Raffaello è la prima voce autorevole a ergersi contro il dissennato sfregio delle rovine romane. Si rende conto del danno che si sta facendo e, nel 1518, scrive a Papa Leone X chiedendo di fermare quello scempio. Il Papa lo capisce e lo nomina ‘Prefetto dell’antichità’, una sorta di soprintendente, il primo nella storia a ricevere questo incarico". La missione del gruppo Menarini di favorire la divulgazione e la conoscenza dell’arte iniziò nel 1956 con la pubblicazione del primo volume d’arte ed è andata avanti con monografie dedicate, tra gli altri, a Beato Angelico, Antonello da Messina, Michelangelo e Caravaggio. "Con la pubblicazione annuale delle monografie d'arte, per quasi settant'anni Menarini ha avuto la capacità, ma soprattutto la costanza e l’intelligenza, di portare avanti molteplici messaggi - spiega Giovanni Carlo Federico Villa, docente di storia dell'arte moderna all'Università di Bergamo e direttore di Palazzo Madama a Torino -: far conoscere i maestri italiani, salvaguardare il patrimonio artistico nazionale e farne apprezzare la singolare eccezionalità".
In collaborazione con:
Menarini