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Artrite reumatoide, serve fondo ad hoc per nuovi farmaci

Reumatologi, evitano sintomi e allungano vita, ma poco accesso

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ROMA  - Serve un fondo ad hoc per i farmaci biologici che si usano per l'artrite reumatoide, in grado se dati precocemente di evitare le disabilità connesse alla malattia. Lo ha affermato il presidente della società italiana di Reumatologia Mauro Galeazzi durante il convegno 'Artrite Reumatoide: migliorare le aspettative, insieme è possibile oggi a Roma.

"I farmaci biologici non solo migliorano la vita dei pazienti, riducendo i sintomi, danno anche loro una maggior aspettativa di vita, che diventa paragonabile a quella di chi non ha la malattia - spiega Galeazzi - . Perchè i vantaggi vengano peró serve una diagnosi precoce, bisogna utilizzare la 'finestra terapeutica' fra tre e sei mesi dall'insorgenza dei sintomi per un intervento precoce, siamo arrivati anche a una terapia personalizzata grazie ai molti farmaci che sono stati sviluppati".

In Italia, ha aggiunto l'esperto, ci sono ottocentomila persone a rischio di sviluppare disabilità dovute all'artrite, eppure l'accesso ai farmaci biologici è spesso precluso a causa degli alti costi. "Il risparmio creato da tutti questi farmaci è straordinario, eppure l'Italia è al terzultimo posto per l'utilizzo di queste terapie - spiega Galeazzi - Il futuro è roseo dal punto di vista delle terapie, arriveranno anche delle 'small molecules', farmaci di sintesi più economici e con meno effetti collaterali, ma da quello dell'assistenza è nero".

Una soluzione per garantire l'accesso potrebbe essere la creazione di un fondo ad hoc, come quello per i farmaci oncologici innovativi. "Ci sono ritardi diagnostici, un tardivo accesso ai biologici, una difficoltà di attivazione di qualsiasi intervento contro disabilità. In più in alcuni casi bisogna usare prima il farmaco che costa meno, e poi fare lo switch, e si perde tempo. Va cambiato il sistema, e un primo passo potrebbe essere proprio l'istituzione di un fondo ad hoc per i farmaci".

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