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Le piante infestanti, non sono un nemico da combattere

Insegnano verità istruttive e scomode, un volume per conoscerle

Roma ANSAcom

Sopravvivono da migliaia di anni e insegnano verità istruttive e scomode. Le piante infestanti, dette anche malerbe, proliferano perché hanno trovato un equilibrio con l’ambiente di cui sono parte integrante e studiarle chiama in causa temi di cruciale importanza per il futuro del pianeta e per il nostro benessere. La loro proliferazione che spesso sembra andare a danno delle coltivazioni viene contrastata con metodi parecchio aggressivi per l’ambiente, come possono essere i pesticidi. Della prospettiva di una sempre maggiore antropocentrizzazione, cioè centralità dell’uomo rispetto alla natura, fa parte anche l’impiego di Ogm . Ecco anche perché il tema delle malerbe non può e non deve essere trascurato. Questa la prospettiva del libro “Malerbe amiche”, edito da Aboca e in uscita oggi, che espone le analisi di Stefano Benvenuti, esperto in materia di piante infestanti, coniugando tali conoscenze con l’ esperienza ormai pluridecennale di Valentino Mercati alla guida del Gruppo Aboca, azienda che ha tra gli obiettivi quello di incentivare un impatto positivo delle proprie attività sulla collettività e sulla biosfera. Anche Aboca ha fatto esperienza di erbe infestanti nei propri terreni e l’esperienza della loro gestione viene raccontata nel volume. La missione fondante di Aboca era ad esempio quella di coltivare (non raccogliere) le erbe medicinali spontanee. Perciò per l’azienda era importante conoscerle piuttosto che combatterle.
“Se pensiamo alle erbe infestanti come a un nemico da combattere ne usciremo sicuramente sconfitti- evidenzia Valentino Mercati, presidente e fondatore di Aboca- mentre se cerchiamo di conoscerle potremo anche avvalerci del loro contributo per raggiungere l’equilibrio biologico fra l’uomo e il resto del vivente. Ad esempio, lasciare che le erbe nascano liberamente in apposite strisce o prati marginali è una pratica da consigliare in ambiti colturali molto sensibili agli attacchi parassitari. Ciò permette di riequilibrare la fauna e, di conseguenza, le specie coinvolte nella lotta biologica”. È dalla conoscenza, quindi, che parte una maggiore consapevolezza e un maggiore impegno a non sovvertire un ‘ordine’ caotico che comunque la natura ha voluto e che anzi necessita di lavoro per essere gestito al meglio. “Il controllo delle erbe infestanti-si legge ancora nel volume- nei processi agricoli non può essere limitato alla ricerca di sostanze sostitutive dei diserbanti chimici o delle sementi geneticamente modificate allo scopo; è necessario intervenire su tutti i processi relativi alla vita e alla crescita delle piante. Ad esempio si può intervenire sulla velocità di germinazione dei singoli semi in competizione fra loro, sapendo come e quando potrebbero germinare i semi infestanti presenti da tempo nei terreni”.

In collaborazione con:
Aboca

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