/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

A Chieti test con prelievo di sangue per diagnosticare Alzheimer

A Chieti test con prelievo di sangue per diagnosticare Alzheimer

'Cast' analizza il plasma con un sistema a chemiluminescenza

CHIETI, 12 dicembre 2024, 11:58

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo test, unico in Abruzzo, per la diagnosi di Alzheimer, attraverso un prelievo di sangue, che permette una diagnosi tempestiva e selettiva, utilissima nella scelta di terapie specifiche e mirate, è stato messo a punto dalla Clinica Neurologica dell'ospedale 'SS. Annunziata' di Chieti, diretta da Stefano Sensi. E' reso possibile grazie a un apparecchio acquisito dal 'Cast' dell'università d'Annunzio a fini di ricerca clinica, che analizza il plasma con un sistema a chemiluminescenza, ed è in grado di dosare la concentrazione di due proteine, Beta amiloide e Tau, considerate fondamentali nel causare la malattia: se in una persona che manifesta segni clinici di deterioramento cognitivo vengono rilevati valori eccessivamente bassi della prima e alti della seconda, la malattia di Alzheimer è già identificata.
    "Per la ricerca clinica si tratta di un traguardo importante - specifica Sensi, nel duplice ruolo di professore ordinario e direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche della D'Annunzio, nonché direttore della Clinica Neurologica dell'ospedale di Chieti - . E' una metodica che permette una diagnosi differenziata e ci proietta nel futuro, nella medicina di precisione. Con il dosaggio di queste proteine abbiamo un'opportunità in più per compiere un percorso più raffinato nella diagnosi e nella terapia, e formulare trattamenti personalizzati. Il test che ora abbiamo a disposizione ci pone in condizione di cercare i presupposti biologici della demenza di Alzheimer, con un tasso di accuratezza del 90%. Ed è oltremodo importante conoscere tali valori preliminarmente perché, qualora non evidenzino i segni della malattia si evita al paziente di sottoporsi a indagini invasive e costose, come la puntura lombare e la scansione Pet con traccianti per l'amiloide, attualmente gli unici metodi considerati 'gold standard' per la diagnosi dell'Alzheimer.
    "Il percorso di diagnosi differenziale - precisa Sensi - è fondamentale anche nella prospettiva di disporre a breve dei nuovi farmaci che sono indicati specificamente nella demenza di Alzheimer, ma non in altre forme, come la demenza a corpi di Lewy, la demenza fronto temporale o le forme miste molto comuni nel grande anziano".
    Un fronte, quello delle nuove terapie, sul quale Sensi è impegnato attivamente da anni, anche con una serie di importanti clinical trials. "Non siamo ancora arrivati a sconfiggere la malattia - chiude il direttore della Clinica Neurologica - ma si stanno facendo importanti e significativi progressi in quella direzione, come anche sul piano della riabilitazione. A tal proposito stiamo mettendo a punto protocolli di stimolazione magnetica transcranica, che se utilizzati nelle prime fasi del declino cognitivo possono contrastare il processo neurodegenerativo, attraverso l'attivazione di meccanismi di plasticità neuronale".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza