Un neurostimolatore di ultima
generazione è stato impiantato all'ospedale pediatrico Meyer di
Firenze in una paziente di dodici anni con una grave forma
distonica, un disturbo caratterizzato da contrazioni muscolari
involontarie coinvolgenti vari distretti del corpo. I movimenti
sono incontrollati e l'intervento chirurgico di stimolazione
cerebrale profonda (Dbs - Deep Brain Stimulation) ha
rappresentato l'unica opzione percorribile dopo numerosi
tentativi farmacologici infruttuosi. Lo spiega l'Azienda
ospedaliero universitaria Meyer di Firenze che parla di
"intervento all'avanguardia".
E' la prima volta in Italia in ambito pediatrico, si spiega
anche dal pediatrico fiorentino, che è stato utilizzato "per
questo tipo di intervento di neurochirurgia funzionale un nuovo
neurostimolatore, già utilizzato negli adulti per il trattamento
della malattia di Parkinson". Le dimensioni ridottissime -
appena più di 6 millimetri di spessore - hanno permesso,
prosegue il Meyer, "di ridurre al minimo l'invasività
dell'operazione". L'intervento di Dbs è stato effettuato "con
robot accoppiato con casco stereotassico, che consente di
posizionare con precisione submillimetrica, praticando due fori
di appena 14 millimetri nel cranio, due elettrodi nel globo
pallido interno, una zona del cervello molto profonda e
difficilmente raggiungibile, che controlla e modula il sistema
extrapiramidale, una componente del sistema nervoso deputata
alla regolazione di movimenti semiautomatici. Agli elettrodi è
stato collegato il neurostimolatore che eroga impulsi elettrici
che modulano i circuiti alterati della paziente".
"Il dispositivo - si aggiunge - è dotato di una batteria che
si ricarica in meno di un'ora dall'esterno, attraverso un
sistema di ricarica senza fili, e può essere controllato con un
telecomando tipo smartphone. Il medico programma il
neurostimolatore tramite un tablet modificando i parametri in
base alle necessità del paziente. Questo neurostimolatore è
particolarmente innovativo perchè in grado di registrare la
attività elettrica cerebrale: tali informazioni possono essere
utilizzate per personalizzare la terapia e in futuro realizzare
una neurostimolazione 'adattiva' aprendo anche scenari di
ricerca".
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