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Una possibile nuova arma contro il tumore

Una possibile nuova arma contro il tumore

Composto attiva meccanismo che riduce crescita cellulare

ROMA, 02 marzo 2021, 14:26

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Si stima, secondo i dati dell'Associazione italiana registri tumori (Airtum) in collaborazione con l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che in Italia nel 2020 siano stati diagnosticati circa 1.030 nuovi casi di tumore al giorno e che il numero totale proiettato sull'intero anno sia di oltre 376.000. In alcune neoplasie si trovano mutazioni nei geni che codificano per il complesso proteico noto come coesina, su cui si è concentrata l'attenzione in un nuovo studio dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb), in collaborazione con l'Universita' di Otago e dell'University of Otago e l'Australian National University. "La coesina - evidenzia Antonio Musio, ricercatore Cnr-Irgb- contribuisce a una corretta divisione cellulare, all'organizzazione tridimensionale del nucleo e alla regolazione dell'espressione genica". Quando la coesina non funziona correttamente, la cellula si destabilizza, cresce in maniera incontrollata e si trasforma in tumorale. Tuttavia, i suoi molteplici ruoli offrono anche l'opportunità di inibire la crescita delle cellule tumorali interferendo con le vie biochimiche che dipendono dalla funzione della coesina stessa.Nella ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su eLife, Musio spiega che stata studiata "l'efficacia di 3.009 composti chimici, di cui 2.399 approvati dalla Fda, nell'inibire la crescita delle cellule tumorali con mutazioni a carico della coesina. Dallo screening ne sono stati selezionati 206 e particolarmente interessante si è rivelato il composto LY2090314. Inibendo il gene GSK3, tale composto attiva la via biochimica di Wnt, una famiglia di glicoproteine, determinando un'efficace riduzione della crescita cellulare". Il processo è stato dimostrato sia in cellule tumorali umane in coltura sia in un animale di laboratorio, lo zebrafish, Danio rerio. "Il fine di tali studi è aprire la strada allo sviluppo di terapie-conclude il ricercatore- in questo ambito la coesina potrebbe rappresentare un bersaglio molecolare per impedire il processo neoplastico".Il lavoro è stato sostenuto, per la parte italiana, da Fondazione Airc.
   

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