(di Simona Tagliaventi)
(ANSA) - ROMA, 24 OTT - La scuola resiste anche al nuovo Dpcm
e alle pressioni di chi chiedeva, per gli istituti superiori,
solo la Didattica a distanza. La percentuale si alza, arriverà
al 75% ma stavolta, in barba alla babele di regolamenti e fughe
in avanti, varrà per tutta Italia.
A decidere quali classi seguiranno le lezioni a distanza, se i
primi o tutti e cinque gli anni, saranno i dirigenti d'istituto.
Resta invariata la didattica al primo ciclo, dalle materne alle
medie, che sarà totalmente in presenza. Vengono modulati
ulteriormente gli orari di ingresso e di uscita degli alunni,
anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e
disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle
9, come avviene oggi. La bozza del nuovo Dpcm, in via di
definizione mette ordine dunque nel mondo della scuola e
obbligherà, se approvato in questa forma, i governatori che
hanno messo le superiori in Dad al 100% ad adeguarsi. . Anche se
i governatori ancora insistono sulla didattica a distanza
completa, primo fra tutti De Luca.
E malumore c'è far i presidi che rivendicano l'autonomia
degli istituti. Critico il presidente dell'Associazione
nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli: "Le soluzioni
rigide non sono funzionali. L'autonomia delle scuole deve essere
salvaguardata e i singoli istituti devono poter decidere. Mi
auguro che la scuola possa far salvi gli insegnamenti
laboratoriali che devono essere lasciati in presenza. Non si può
imporre dall'esterno una percentuale rigida come il 75% in Dad
perchè questo non corrisponde alle esigenze dei singoli bacini
di utenza. La situazione di una grande città è immensamente
diversa da quella di un'area rurale".
Intanto oggi la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina torna
a difendere la scuola e il rischio contagi al suo interno: "Il
monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità dice
che la trasmissione del virus dentro le scuole è ancora
limitata. I focolai a scuola nella settimana dal 12 al 18
ottobre sono solo il 3,5% di tutti i nuovi focolai che si
registrano nel Paese. Ma il dato più sorprendente è un altro: la
settimana precedente (5-11 ottobre) erano il 3,8%. Quindi il
numero di focolai dentro le scuole è addirittura sceso, in
proporzione al totale". E ribadisce: "L'Iss conferma che dentro
le scuole il rischio di trasmissione del virus continua ad
essere molto molto basso. E' tuttavia chiaro che le attività
extra e peri scolastiche possono costituire un innesco di catene
di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di
misure di prevenzione previste". E a dare man forte alla visione
di una scuola abbastanza sicura ha contribuito anche
l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco: "È indubbio che nelle ultime
settimane nella fascia d'età scolastica c'è stato un aumento dei
contagi, che però probabilmente sono avvenuti fuori dalle aule.
All'interno delle aule c'è controllo e distanziamento, quindi
non c'è un grosso rischio di contagio. In questo momento ci sono
davvero pochi casi di focolai all'interno delle scuole. Sembra
che nelle strutture scolastiche i contagi non si stiano
verificando, ma quello che si teme è ciò che succede fuori dalla
scuola, all'ingresso, all'uscita e sui trasporti".
Arriva a conclusioni diverse l'analisi condotta da Enrico
Bucci e Antonella Viola del Patto Trasversale per la scienza,
secondo cui le scuole non rappresentano un "moltiplicatore di
infezioni" ma "non sono più protette del resto della comunità e
il tasso di infezione scolastica appare seguire quello della
comunità circostante". Pertanto, "la probabilità di infezione in
una scuola non è significativamente diversa da quella della
società nel suo complesso. Al momento non esistono motivi per
evocare la chiusura delle scuole più di quanto non ve ne siano
per un lockdown dell'intera società" ma è "urgente intervenire
su regole e procedure". La proposta del Patto Trasversale per la
scienza è quella di "introdurre test rapidi antigenici e la
procedura di pooling, in modo da evitare di affaticare
ulteriormente il sistema diagnostico nazionale, già sotto stress
per la ripresa epidemica in atto". (ANSA).