Funziona anche negli adulti più
anziani, così come nei più giovani, il vaccino anti-Covid-19 che
l'azienda americana Moderna sta sviluppando con l'Istituto
Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti
diretto da Anthony Fauci. Lo confermano i dati preliminari
presentati ieri dall'azienda al comitato consultivo del Centers
for Disease Control and Prevention (Cdc) sulle malattie
prevenibili da vaccino. I dati si riferiscono ancora alla
fase 1-2 della sperimentazione su poche decine di persone (anche
se da fine luglio è iniziata quella più vasta di fase 3, che
prevede l'arruolamento di 30.000 volontari sani). Il vaccino,
chiamato mRNA-1273, utilizza la sequenza del materiale genetico
del coronavirus, ossia l'acido ribonucleico (Rna). "In sostanza
- spiega all'ANSA il virologo dell'università di Padova, Giorgio
Palu' - hanno visto che la dose da 100 microgrammi, quella usata
nella fase 3, ha generato una risposta immunitaria negli adulti
più anziani, cioè dai 56 ai 70 anni e dai 71 anni in su,
paragonabile a quella già riscontrata negli adulti più giovani
dai 18 ai 55 anni". Dopo 57 giorni il livello di anticorpi
neutralizzanti era molto simile (267 tra i 18 e 55 anni, 324 tra
i 56 e 70 anni e 242 dopo i 71 anni) rispetto ai 109 delle
persone guarite. Lo stesso si è visto anche per altre cellule
immunitarie, i linfociti T. La dose provata è risultata ben
tollerata anche dagli adulti più anziani, senza eventi avversi
gravi legati al vaccino. "Questi numeri ci dicono - conclude
Palu' - che il vaccino ha una buona immunoreattività negli
anziani così come nei più giovani. Ora bisognerà vedere come
andrà la fase 3 su migliaia di volontari".
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