Un brevetto per lo sviluppo di un
trattamento innovativo e promettente delle malattie
infiammatorie e neurodegenerative, usando il secretoma derivato
dalle cellule dai tessuti del cavo orale, è stato depositato da
un gruppo di ricercatore dell'università ''d'Annunzio'' di
Chieti Pescara.
Nel laboratorio di ''Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa''
dell'ateneo, diretto dalla professoressa Oriana Trubiani,
docente nel Corso di Laurea in Odontoiatria, da circa 20 anni i
ricercatori lavorano con le cellule staminali provenienti dai
tessuti orali. Tali cellule, oltre ad essere facilmente
reperibili e ad avere caratteristiche simili a quelle del
midollo osseo, presentano capacità immunomodulatorie e
antinfiammatorie, come hanno dimostrato numerose pubblicazioni
scientifiche internazionali. Il brevetto è stato depositato dal
gruppo di ricerca insieme al professor Antonio Di Stefano, del
Dipartimento di Farmacia della ''d'Annunzio'', e alla
professoressa Emanuela Mazzon dell'Ircss ''Bonino Pulejo'' di
Messina.
Il brevetto è supportato dallo spin-off di Ateneo ''Algo
Biotechnologies'' che si occuperà del suo eventuale processo di
industrializzazione.
''Il secretoma che viene prodotto dalle cellule staminali in
laboratorio - spiega la professoressa Trubiani - è in grado di
modulare la risposta immunitaria e infiammatoria. Può essere
utilizzato a fini profilattici e terapeutici nella riduzione
dell'incidenza delle infezioni batteriche e virali delle vie
respiratorie, in particolare anche nei pazienti affetti da
Covid-19. La formulazione in ''polvere liofizzata'' permette una
migliore utilizzazione come farmaco, con il pregio, inoltre, di
essere prodotta su larga scala, così da superare tutte le
problematiche connesse alla terapia cellulare. La nostra ricerca
- conclude la professoressa Trubiani - è oggi in prima linea
nell'impiego pre-clinico di queste cellule che hanno dimostrato
di avere effetto terapeutico e funzione rigenerativa
sull'apparato stomatognatico, scheletrico e sul sistema
nervoso''.
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