Il vicegovernatore ha rimarcato
che "l'età elevata della
popolazione e l'agglomerazione urbana sono fattori che hanno
sicuramente inciso sulla diffusione del Covid-19 a Trieste. A
questi due elementi si è aggiunta la forte presenza di strutture
residenziali per anziani di dimensioni medio-piccole dimensioni,
dove sono stati registrati numerosi casi di infezione. Dobbiamo
puntare alla massima collaborazione tra istituzioni, evitando
polemiche e ricordandoci dell'importanza della solidarietà per
la quale la nostra Regione si è sempre distinta".
In merito all'area triestina, Riccardi ha sottolineato che
"la
questione da affrontare è come garantire i servizi sociosanitari
e tutelare la salute delle persone fragili, a partire proprio da
quelle che si trovano nelle case di riposo. In linea di massima
puntiamo a non sradicare gli anziani dal proprio ambiente,
garantendo maggiore supporto anche attraverso il supporto che le
Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) potranno
fornire in loco. Al tempo stesso dobbiamo trasferire le persone
contagiate dalle case di riposo che non sono in grado di
assicurare un'adeguata separazione tra infetti e sani".
Sui dispositivi di protezione, Riccardi ha spiegato che "la
Regione ha garantito con risorse proprie l'85 per cento dei Dpi
a disposizione del Ssr e che questo è un problema con il quale
tutto il Paese si sta confrontando".
Riguardo alle prossime fasi della gestione dell'emergenza
Riccardi ha chiarito che "la Regione dovrà modulare le misure
adottate sulla base delle prossime decisioni del Governo. Di
certo il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia ha già
messo in campo molte risorse e la crisi ha drenato molte
energie, per cui gestire una seconda onda di infezioni, causata
da un allentamento delle misure di distanziamento sociale in
presenza di persone affette da Covid-19 ma asintomatiche,
potrebbe metterlo in difficoltà. Fino a quando non avremo a
disposizione evidenze scientifiche che garantiranno elementi di
protezione dal virus non sarà possibile tornare alla normalità".
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