La Tac al torace non basta per
diagnosticare il Covid-19, e allo stato attuale resta
insostituibile il valore diagnostico del tampone e del test del
siero. Questa la conclusione del primo studio prospettico su
casistica italiana condotto dall'ospedale Sant'Andrea e dalla
Sapienza di Roma e pubblicato dalla rivista Radiology.
La ricerca, condotta su 158 pazienti, ha valutato la
performance della Tac al torace come strumento diagnostico per
individuare pazienti affetti da Covid-19, evidenziando come a
fronte di un'alta sensibilità, la Tac al torace dimostri ancora
una bassa specificità. Secondo i dati riportati infatti questo
esame ha un'altissima probabilità di individuare correttamente
un individuo malato di polmonite interstiziale (97%), ma una
bassa probabilità di caratterizzare la polmonite come dovuta a
Covid-19 (56%). "Ciò - spiega Andrea Laghi, autore della ricerca
insieme a Damiano Caruso e ai colleghi radiologi dell'Aou
Sant'Andrea di Roma - è dovuto al fatto che la Tac (meglio della
radiografia al torace) individua i segni di una polmonite
interstiziale, ma quest'ultimi non sono specifici della malattia
Covid-19, potendo essere anche associabili ad altre tipologie di
polmoniti". L'esame, spiega l'esperto, è comunque utile a
valutare al meglio il coinvolgimento dei polmoni nella malattia
e ad indirizzare verso il più appropriato trattamento
terapeutico. "Ancora debole, invece, il suo valore diagnostico,
almeno fin quando - e le intelligenze artificiali potranno
essere d'aiuto in tal senso - non individueremo dei segni,
rilevabili dalla Tac, specifici, distintivi e univocamente
associabili al Covid-19".
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