Un semplice esame del sangue che
misura la presenza di altri lipidi oltre al colesterolo è in
grado di predire il rischio di subire un secondo attacco
cardiaco. A metterlo a punto l'equipe guidata dal Peter Meikle,
capo del laboratorio di metabolomica del Baker Heart and
Diabetes Institute di Melbourne che conta di condurre
sperimentazioni cliniche entro due o tre anni.
I livelli dei lipidi, spiegano i ricercatori, sono
differenti nelle persone che hanno subito un attacco cardiaco e
offrono al medico una migliore idea delle probabilità di averne
un altro. Il team ha quindi identificato i biomarker dei lipidi
del plasma e ha sviluppato il test dopo aver esaminato 10 mila
campioni, individuando quelli che determinano se una persona è a
rischio di avere un secondo infarto. Lo studio, pubblicato sulla
rivista JCI Insight, mostra una diagnosi del 19% migliore
rispetto ai test correnti nell'individuare tale rischio.
Il test è stato sviluppato misurando 342 differenti lipidi
nel sangue in quasi 6000 persone, per poi monitorare le loro
condizioni per i successivi otto anni. In base a quante persone
hanno avuto attacchi di cuore e quanti sono deceduti, hanno
potuto stabilire quali grassi predicono meglio tali sviluppi.
Finora il test può essere usato soltanto su persone che hanno
già subito un attacco. Il prossimo passo, sottolinea Meikle,
sarà di sviluppare un test che predica attacchi di cuore nelle
persone sane. I test di biomarker, osserva, sono un'importante
nuova area della medicina. "I cambiamenti nei lipidi indicano
cambiamenti nel metabolismo che tipicamente occorrono prima dei
segni clinici di malattia", osserva. "La misurazione dei livelli
di lipidi nel sangue potrà rivelare molto sullo stato di salute
della persona, anche predire il rischio di ammalarsi di diabete
e di Alzheimer".
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