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Come funziona il sistema dei trapianti di organi in Italia

Come funziona il sistema dei trapianti di organi in Italia

Prestazione rientra nei Livelli essenziali di assistenza

27 settembre 2017, 21:17

Redazione ANSA

ANSACheck

GRAFICA Trapianti, la corsa contro il tempo - RIPRODUZIONE RISERVATA

GRAFICA Trapianti, la corsa contro il tempo - RIPRODUZIONE RISERVATA
GRAFICA Trapianti, la corsa contro il tempo - RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO - Il trapianto di organi è una prestazione che rientra nei livelli essenziali di assistenza: è cioè una prestazione garantita dal sistema sanitario nazionale, ed è quindi gratuita e uniforme su tutto il territorio italiano. Il sistema si sviluppa su tre livelli: uno nazionale (con il Centro nazionale trapianti), uno inter-regionale (che coordina più regioni) e regionale, e infine uno locale (che corrisponde alle Asl e ai singoli centri trapianto, che di norma coincidono con il singolo ospedale).

In particolare, i coordinamenti tra più regioni sono tre: il Nord Italia Transplant program (NITp), l'Associazione Interregionale Trapianti (AIRT) e l'Organizzazione Centro-Sud Trapianti (OCST). Il centro nazionale ha diversi compiti: cura le liste d'attesa delle persone in attesa di un organo, ha un ruolo di coordinamento e controllo sui singoli centri trapianto, e soprattutto mette a punto i protocolli per l'assegnazione degli organi da trapiantare. Al livello regionale e inter-regionale, invece, si svolge tutto il coordinamento delle attività di prelievo degli organi: si svolgono ad esempio i test immunologici necessari al trapianto, si raccolgono le caratteristiche cliniche del donatore, si assegna l'organo ritenuto idoneo al potenziale ricevente e infine si coordina il trasporto dello stesso organo e delle equipe chirurgiche che effettueranno le operazioni di prelievo e il trapianto. Ogni singolo centro trapianti si occupa infine di valutare l'idoneità clinica del paziente e la sua iscrizione nelle liste d'attesa, sulla base delle indicazioni nazionali stilate per ogni singolo organo trapiantabile.

"Il donatore di organi - spiega il NITp - viene sottoposto a un accurato processo di valutazione che si basa sulla raccolta dell'anamnesi, dell'esame clinico, degli esami di laboratorio e di un'attenta ispezione degli organi al prelievo. Oggi il miglioramento delle metodiche utilizzate e la valutazione clinica del donatore consentono un altissimo grado di sicurezza del trapianto, nonostante il tempo a disposizione sia solitamente limitato a poche ore. Tuttavia la sicurezza non può essere assoluta". Può, infatti, accadere ad esempio che un donatore abbia una malattia virale, non documentabile anche con i più sofisticati test; la potenzialità di trasmettere una patologia con un trapianto, però, "è un'evenienza remota, proprio per l'accuratezza con la quale vengono valutati i donatori".

Gli organi che risultassero eventualmente a rischio di trasmettere patologie infettive, comunque, in certi casi selezionati possono essere comunque trapiantati: questo avviene "dopo aver adeguatamente informato il paziente e averne ottenuto una dichiarazione di consenso. E' previsto che il paziente accetti questa tipo di donazione già al momento dell'inserimento in lista e la confermi al momento dell'eventuale trapianto. E' evidente che ogni organo viene proposto quando, a giudizio del clinico che effettua il trapianto, il beneficio atteso risulti superiore al rischio".

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