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Ascoltare il battito del proprio cuore fa capire meglio le emozioni degli altri

Ascoltare il battito del proprio cuore fa capire meglio le emozioni degli altri

Chi non riesce a farlo a rischio autismo e schizofrenia

ROMA, 02 maggio 2017, 13:14

Redazione ANSA

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Ascoltare il battito del proprio cuore fa capire meglio le emozioni degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ascoltare il battito del proprio cuore fa capire meglio le emozioni degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ascoltare il battito del proprio cuore fa capire meglio le emozioni degli altri - RIPRODUZIONE RISERVATA

 'Ascolta il tuo cuore' è un consiglio che può rivelare inaspettati risvolti. Le persone che sono più consapevoli del proprio battito cardiaco infatti sono anche più empatiche, ovvero riescono a percepire meglio le emozioni di chi le circonda. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cortex, che suggerisce come per capire le emozioni altrui dobbiamo partire dall'ascolto di noi stessi.
    Riuscire a percepire i segnali provenienti dall'interno del corpo, come sentire il proprio cuore battere nel petto, è un processo chiamato interocezione. Per indagare su questa capacità Geoff Bird, ricercatore all'Università di Oxford, e la sua squadra hanno chiesto 72 volontari di contare i loro battiti cardiaci, ma senza usare le dita. I partecipanti hanno poi visto video di varie interazioni sociali e gli sono state poi poste alcune domande che hanno testato la loro capacità di dedurre gli stati mentali dei personaggi, come paura o altro. I partecipanti più bravi a contare il proprio battito cardiaco hanno risposto meglio, dimostrando maggiore empatia. Non erano però più bravi a rispondere a domande che non implicavano stati emotivi, suggerendo che la capacità di interpretare i segnali del nostro corpo ci aiuta a capire i pensieri altrui nel momento in cui l'emozione è un fattore determinante. Difficoltà interoceptive, di contro, secondo i ricercatori, probabilmente svolgono un ruolo in una serie di condizioni come l'autismo e la schizofrenia. Migliorare questa capacità, concludono, potrebbe contribuire ad alleviarne i sintomi.
   

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