"Gli Stati membri hanno sempre
avuto la possibilità di chiudere contratti con compagnie che non
rientrano nella strategia Ue. Il virus del Covid colpisce tutto
il mondo, le lezioni che possiamo imparare da approcci diversi,
di diverse parti del mondo, sono sempre ben accolte, poiché ci
possono rafforzare". Così un portavoce della Commissione europea
risponde alle domande sulla decisione di Austria e Danimarca di
voler collaborare con Israele per i vaccini di seconda
generazione.
"E' sempre bene imparare dalle pratiche di altri Paesi ed
esplorare opportunità di collaborazione. Non dimentichiamoci che
il virus del Covid-19 richiede una risposta globale e che le
lezioni di un Paese possono essere di grande aiuto. La
Commissione è sicuramente interessata ad imparare da Austria,
Danimarca e Israele. Questo può aggiungere valore alla strategia
dei vaccini dell'Ue e alla missione dell'incubatore Hera, di cui
beneficiano tutti gli Stati membri", ha detto il portavoce. Alla
domanda sulla dichiarazione del cancelliere austriaco, Sebastian
Kurz, secondo cui non si può fare pieno affidamento sulla Ue,
per la seconda generazione di vaccini, il portavoce
dell'Esecutivo comunitario, Eric Mamer, ha detto di "non voler
commentare le dichiarazioni altrui. Stiamo sviluppando una
strategia - ha detto Mamer - abbiamo presentato i piani per
l'incubatore Hera per affrontare le varianti, che è stato
accolto da tutti gli Stati membri, Danimarca e Austria
compresi". "La strategia dei vaccini produrrà un miliardo e
mezzo di dosi, e contiamo di vaccinare il 70% di europei per
l'estate 2021. Sappiamo che ci sono Stati interessati a vaccini
al di fuori del portafoglio Ue. Noi con i controlli dell'Ema
abbiamo sempre insistito sulla sicurezza dei" sieri, anche se
questo non significa che gli altri vaccini non sono sicuri.
"Siamo fiduciosi che con quanto abbiamo messo in campo saremo in
grado di coprire i bisogni degli europei".
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