In Italia vivono attualmente circa 52mila donne con un tumore al seno metastatico. Di queste, il 10% è affetto dalla forma Her2 positiva, più aggressiva e che in molti casi porta allo sviluppo di metastasi cerebrali. Una condizione particolarmente difficile da trattare ma che ora vede una nuova efficace arma in un anticorpo farmaco-coniugato (trastuzumab deruxtecan): le pazienti con metastasi cerebrali attive o stabili trattate hanno infatti mostrato un tasso di sopravvivenza libera da progressione della malattia del 61,6% a un anno. Lo evidenzia lo studio Destiny-Breast12, i cui risultati sono stati illustrati al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) e contemporaneamente pubblicati su Nature Medicine.
"La presenza di metastasi encefaliche - spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell'Ircss ospedale San Raffaele di Milano - è sempre stata percepita sia dai medici che dai pazienti come una situazione di grande gravità e con limitate opzioni terapeutiche, generalmente limitate alla radioterapia, perché molti farmaci utilizzati comunemente non riescono a raggiungere le metastasi encefaliche o hanno un'efficacia limitata. Il risultato più importante dello studio DESTINY-Breast12 è stato quello di dimostrare che, in donne con metastasi encefaliche da neoplasia Her2-positiva già trattate con radioterapia o non trattabili con terapie locali (né radioterapia, né chirurgia), questo farmaco è in grado di ridurre significativamente le dimensioni delle lesioni encefaliche in più di due pazienti su tre, alcune con una scomparsa completa della malattia visibile. Inoltre, a 12 mesi dall'inizio del trattamento, il 61,6% delle pazienti ne stava ancora beneficiando". Nello studio sono state coinvolte 504 pazienti con malattia metastatica Her2 positiva precedentemente trattata, con o senza metastasi cerebrali. Circa 250 presentavano metastasi encefaliche. In questa ricerca, sottolinea Valentina Guarneri, direttore della Oncologia 2 dell'Istituto Oncologico Veneto-Irccs di Padova, "anche le pazienti con metastasi cerebrali, che storicamente presentano una prognosi sfavorevole, hanno raggiunto una sopravvivenza globale molto lunga. A 12 mesi quest'ultima è risultata superiore al 90% in entrambi i gruppi di pazienti, con e senza metastasi cerebrali. È un dato molto importante, se si considera che si tratta di donne che hanno già seguito una o due linee di trattamento per la malattia metastatica. La terapia sistemica con trastuzumab deruxtecan è quindi molto efficace".
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