Plantari e scarpe adatte, fisioterapia e la giusta ginnastica: 'una riabilitazione su misura' migliora i sintomi invalidanti provocati dalle malattie reumatiche. Ma spesso, anche tra gli stessi medici, molti ne sottovalutano l'importanza. A spiegare come un lavoro di squadra riesca a migliorare la vita dei pazienti con malattie come l'artrite reumatoide, è Giovanni Arioli, esperto di riabilitazione in Reumatologia e vicepresidente della Fondazione Ospedale Pietro Sissa di Mantova.
Le malattie reumatiche provocano dolori, che possono diventare molto forti, ad articolazioni e ossa, come quelle di ginocchio, anca, mano, piede, spalla, braccio. Per questo, chi ne soffre ha difficoltà anche a svolgere semplici attività quotidiane, come aprire una caffettiera, versarsi da bere, farsi una doccia. Ma tutto ciò non è inevitabile. "Il primo modo - spiega l'esperto della Società Italiana di Reumatologia (Sir) - è intervenire per tempo con i farmaci giusti. Accanto a questo però, è fondamentale che il paziente svolga anche una riabilitazione specifica e a 360 gradi. In questo modo, intervenendo presto e con protocolli mirati è possibile ridurre molto la disabilità e recuperare movimenti che si pensavano persi". Quando, invece, arriva dal medico con una malattia in fase avanzata, spesso diventa necessario ricorrere alla chirurgia ortopedica. In cosa consiste la riabilitazione? "Innanzitutto - aggiunge Arioli - in una serie di esercizi di rieducazione funzionale, che il paziente può svolgere da solo, dopo esser stato educato dal fisioterapista, e che mirano a dare autonomia nell'effettuare attività quotidiane: ad esempio, per chi ha compromesse le articolazioni delle mani, esercitare la contrapposizione delle dita e la mobilizzazione del polso".
A livello di arti inferiori, un problema frequente è il piede reumatico che può provocare deformità. "Esistono però plantari su misura e scarpe adatte che permettono di ridurre il dolore migliorando la possibilità di camminare". Nei casi in cui vi è un dolore importante, può essere inoltre utile la fisioterapia con l'utilizzo di dispositivi come ultrasuoni, tecar terapia e Stimolazione elettrica nervosa transcutanea (Tens). "Per tutti, infine, è consigliata la ginnastica in acqua, ovvero senza carico funzionale, per non creare sollecitazioni sullo scheletro".
"Al paziente va fatto capire fin dall'inizio cosa si può fare, con quali limiti e in che modo. E, soprattutto, deve essere seguito da un'equipe multidisciplinare di specialisti: reumatologo, fisiatra fisioterapista, e quando serve, anche l'ortopedico. Ma in Italia spesso", conclude Arioli, "manca lo stretto rapporto tra queste figure".