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Opel Kadett Impuls I, 30 anni fa antenata di nuova Corsa-E

Pensata come prototipo di citycar senza sacrificare spazio

MILANO ANSAcom

L'antenato della nuova Opel Corsa-E compie trent'anni. Opel Kadett Impuls I era una vettura elettrica progettata con lo scopo specifico creare il prototipo di una citycar a prova di futuro. L'idea era di scoprire come un'auto elettrica progettata con componenti elettrici allora disponibili potesse adattarsi al traffico cittadino, conservando il più possibile lo spazio interno e il bagagliaio, nonché il carico utile del modello di produzione standard. Opel aveva sviluppato Kadett Impuls I in collaborazione con la compagnia energetica RWE e il produttore di batterie SAFT, oggi partner dell'azienda nella produzione congiunta di celle per batterie nello stabilimento di Kaiserslautern. Un motore elettrico a 100 V CC alimentava le ruote anteriori. Le batterie al nichel-cadmio fornivano l'energia. Al fine di ottimizzare la distribuzione del peso, le batterie erano inserite nel vano motore e sotto il bagagliaio. Pesavano in totale 310 kg, contenevano 14,3 kWh di energia e avevano un volume di 170 litri. La potenza massima erogata di 16 kW (22 CV) era stata scelta appositamente per la guida in città. L'accelerazione da zero a 50 km/h richiedeva 10,0 secondi. La velocità massima della vettura del peso di 1.000 kg era di 100 km/h. Pendenze fino al 25% non erano un problema per la e-Kadett. Il sistema di frenata recuperava parzialmente l'energia cinetica generata in decelerazione e l'immagazzinava come elettricità nella batteria. Le batterie richiedevano una ricarica per circa cinque ore dopo aver percorso una distanza di 80 km. Per Opel, la Kadett Impuls I è stata una delle tappe nel percorso dedicato ad una possibile mobilità a basso impatto ambientale. Al medesimo percorso affrontato dalla casa tedesca avevano contribuito in precedenza anche la Kadett B Stir-Lec I e la Opel Elektro GT. Quattordici batterie al piombo acido alimentavano il prototipo Stir-Lec del 1968. Un motore a combustione Stirling montato sul retro generava l'elettricità che manteneva le batterie costantemente cariche, un precursore del principio 'range extender' che sarebbe poi entrato in produzione con Opel Ampera. Solo tre anni dopo, la Opel Elektro GT batteva sei record mondiali per veicoli elettrici con una velocità massima di 188 km/h, guidata da Georg von Opel, nipote del fondatore dell'azienda. Alimentata da due motori elettrici accoppiati che producevano 88 kW (120 CV), con una batteria al nichel-cadmio, l'e-GT aveva una autonomia modesta di 44 km a una velocità costante di 100 km/h. 

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