Cresce il pressing
dell'automotive per scongiurare l'impatto delle multe Ue,
stimate in 16 miliardi di euro, che scatteranno quest'anno per
chi non rispetta gli standard di riduzione delle emissioni in
vista del divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal
2035. I leader del settore chiedono maggiore flessibilità,
proponendo l'applicazione graduale delle regole, con il 90% dei
veicoli conformi entro il 2025 e 95% entro il 2026.
Si tratterebbe di uno 'sconto' già applicato per i target
2020 e che vincolerebbe la Commissione europea a riaprire il
testo di regolamento delle emissioni di CO2, sfruttando la
revisione già prevista per il 2026. L'altra opzione in
discussione è l'introduzione di un meccanismo di conformità
media per il periodo 2025-2029: questo sistema consentirebbe un
calcolo più flessibile della conformità, tenendo conto
dell'andamento del mercato e delle sue fluttuazioni, senza
modificare gli obiettivi complessivi di riduzione delle
emissioni. Inoltre, durante il confronto si valuterà anche il
possibile ruolo delle auto ibride plug-in nel facilitare la
transizione del settore all'elettrico.
Il confronto con Bruxelles entrerà nel vivo nelle prossime
ore: domani e giovedì riprenderanno i round tematici dei vertici
delle major dell'auto con i commissari Ue al Clima e al Lavoro,
Wopke Hoekstra e Roxana Minzatu. La prossima settimana sarà la
volta dei vicepresidenti della Commissione europea con deleghe
per la Tecnologia e l'Industria, Henna Virkkunen e Stéphane
Séjourné. Ancora non confermato, ma probabile, un quinto
incontro con il commissario Ue per i Trasporti, il greco
Apostolos Tzitzikostas, incaricato da von der Leyen di
presentare il piano ad hoc per l'automotive il 5 marzo.
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