La concept car DarkRebel è la protagonista annunciata dell'installazione Cupra per l'edizione 2024 della Design Week di Milano. Dal 15 al 21 aprile prossimi, infatti, il futuristico studio del Costruttore iberico sarà esposto nel punto vendita di corso Como, a testimonianza del percorso di innovazione e sportività intrapreso dal brand.
La show car si inserisce all'interno di un progetto che spazia tra presente e futuro del Marchio, articolato in tre differenti punti della città: corso Como, appunto, piazza XXV Aprile e galleria Garibaldi.
"Design, sostenibilità, ricerca, innovazione e tecnologia, ma anche materia e natura, sono - sottolineano dalla Filiale italiana - alla base dell'installazione The Rebel Side of Design, in esposizione dalle ore 10 alle 22", proprio presso il centralissimo Cupra Garage. Qui, accompagnati tra l'altro dalle sonorità di un dj set, sarà possibile ammirare il sogno futuristico raffigurato dalla Dark Rebel, passando da sostenibilità a tecnologia e design, in linea con il tema 'Materia, natura' di quest'edizione della manifestazione meneghina.
In piazza piazza XXV Aprile, invece, sotto i riflettori uno studio dei materiali e una reinterpretazione dei codici estetici effettuato dai progettisti del brand.
Il Cupra Experience di Galleria Garibaldi, infine, offrirà un'interessante esperienza di realtà virtuale.
"Il tema Materia Natura - spiega Pierantonio Vianello, direttore di Cupra in Italia - ci dà l'opportunità di continuare a mostrare al mondo il nostro impegno nei confronti della sostenibilità, la nostra passione per il design, oltre alla volontà di esplorare nuovi orizzonti di condivisione e coinvolgimento della nostra Tribe. Abbiamo plasmato il nostro sogno, la nostra ambizione raffigurata nella concept car Cupra DarkRebel, abbiamo dato voce alle nuove generazioni e abbiamo manifestato un'ossessione per il design che ci ha portato ad allontanarci dai materiali tradizionali dell'industria automotive per valorizzare nuovi elementi naturali e sostenibili capaci di portare Cupra oltre i confini dell'ordinario". .
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