Impossibile sapere se nella mole delle informazioni acquisite dall'intelligenza artificiale per produrre le diverse declinazioni del progetto Cyberlounge+ sulla base del Cybertruck di Tesla ci siano anche le immagini e i dettagli del concept Kar-a-sutra, cioè l'incredibile veicolo-salotto realizzato nel 1972 dal celebre architetto Mario Bellini in collaborazione con l'azienda italiana di arredamento Cassina, con Citroën e con Pirelli, da molti considerato il precursore dell'Espace e delle altre moderne monovolume.
Certo è che 52 anni fa - quando il MoMa di New York lanciò un concorso d'idee dl titolo New Domestic Landscape - nessuno, dai dirigenti del celebre museo della Grande Mela all'architetto milanese Bellini - aveva mai sentito parlare dei veicoli a guida autonoma e delle opportunità che questa tecnologia avrebbe offerto nel rivoluzionare il layout dei mezzi per la mobilità individuale. E lo conferma il fatto che per realizzare il prototipo funzionante del Kar-a-sutra (una grande monovolume vetrata con arredamento interno costituto da morbidi pouf da sistemare a piacimento) Bellini, Cassina e i loro collaboratori scelsero l'architettura, opportunamente modificata, di una Citroën SM che - va ricordato - aveva un poderoso motore Maserati e sospensioni oleopneumatiche che permettevano di alzare e abbassare l'auto.
Alla mobilitylabs.ai - che ha presentato sui social questo avveniristico quanto originale progetto - l'intelligenza artificiale ha preso in considerazione l'architettura dell'ultima realizzazione di Elon Musk, il Cybertruck, che con i quasi 6 metri di lunghezza rappresenta una base ideale per ipotizzare (e far disegnare dall'Ai) possibili declinazioni di lounge su ruote, che in alcuni casi spaziano abbracciando addirittura il concetto di monolocale in movimento.
Il progetto Cyberlounge+ è, evidentemente, molto lontano dal poter essere considerato realizzabile concretamente, non solo perché richiederebbe sistemi di guida autonoma di livello Sae 5 con sensori, LiDar e telecamere che non compaiono affatto nelle proposte di mobilitylabs.ai, ma anche perché proporzioni, forme e dimensioni mal si concilierebbero con una reale circolazione di questi 'mini-appartamenti' su ruote.
La proposta è comunque interessante e fa riflettere - come era avvenuto nel 1972 - su tema dei New Domestic Landscape e su come ormai, con la complicità dell'elettrificazione e delle connessioni, sia sempre più sottile la linea di demarcazione fra i veicoli su cui ci muoviamo e le case in cui abitiamo.
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