Da domani, la benzina costerà
oltre il 500% in più per i cubani. L'aumento di oltre il 500%
(il maggiore degli ultimi decenni) era previsto per febbraio, ma
è stato rinviato dopo che le autorità dell'isola hanno
dichiarato di essere state colpite da un attacco informatico.
Per settimane, lunghe file di auto si sono radunate attorno
alle stazioni di servizio, con gli abitanti disposti ad
aspettare ore, o addirittura giorni, per fare il pieno prima che
entrasse in vigore il rialzo dei prezzi. Dal 1 marzo, intanto,
sono già stati annunciati aumenti anche delle tariffe per
l'acqua e l'elettricità.
Sebbene i cubani in genere paghino poco la benzina, la
maggior parte di quelli che lavorano per lo Stato guadagna meno
di 20 dollari al mese, quindi anche il più piccolo aumento dei
prezzi ha un grande impatto. Ma le autorità affermano di non
avere altra scelta, se non quella di trasferire i costi sui
consumatori, nel momento in cui il Paese caraibico affronta una
delle sue peggiori crisi economiche.
L'isola ha bisogno di circa 8 milioni di tonnellate di
carburante, di cui solo 3 milioni sono prodotte internamente,
mentre il resto deve essere importato, ha reso noto il ministro
dell'Energia e delle Miniere, Vicente La O Levy.
Il 2023 a Cuba si è chiuso con una contrazione del Pil
compresa tra l'1 e il 2% (ancora al di sotto del livello del
2019), mentre si prevede che il deficit pubblico quest'anno
raggiungerà il 18,5%, in rosso per il quinto anno consecutivo.
Le croniche difficoltà economiche di Cuba sono degenerate tre
anni fa in una grave recessione a causa della pandemia,
dell'inasprimento delle sanzioni statunitensi e delle decisioni
di politica macroeconomica, commerciale e monetaria nazionali.
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