Opel contribuì a democratizzare l'automobile attraverso una decisione storica maturata nel mese di agosto del 1923: quella di costruire, in catena di montaggio, un solo modello, dalle dimensioni inferiori rispetto a quelli prodotti fino ad allora. Si trattava della 4/12 HP, per la quale vennero allestiti nuovi impianti, grazie alla maggior parte dei proventi delle esportazioni lasciati all'estero, precisamente in banche olandesi ed americane. Robusta ed elegante, la "Laubfrosch", ovvero la rana, come veniva soprannominata per la sua vernice verde, si adattava alla produzione in serie e sfoggiava un design accattivante. Spinta da un 4 cilindri in linea di 951 cc, con valvole laterali e testata avvitabile, accoppiato ad un cambio a 3 marce, la 4/12 HP erogava 12 CV a 2.200 giri/minuto e, con un peso di soli 560 kg, questa 2 posti con "capote" di tela gommata, toccava una velocità di 60 km/h. Nel 1924 arrivò la variante da 14 CV e 70 km/h di velocità massima. Con l'apporto della produzione in catena di montaggio Opel riuscì a ridurre il prezzo della "Laubfrosch" da 4.500 a 4.000 marchi divenendo protagonista del mercato anche negli anni successivi, nei quali diversi costruttori dichiararono fallimento.
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