Lo smog continua a uccidere
330mila persone all'anno in Europa. E, mentre l'allarme resta
alto in Italia, le istituzioni Ue rispondono rilanciando
l'azione sul Green Deal con regole più severe contro
l'inquinamento dell'aria. Dopo un ultimo round di negoziati a
Bruxelles contraddistinto da uno spirito "collaborativo", i
governi dei Ventisette e l'Europarlamento hanno raggiunto
l'accordo sulla nuova direttiva che introduce alcune novità di
rilievo: una stretta decisa ai livelli degli inquinanti più
nocivi - le polveri sottili Pm2,5, Pm10 e il biossido di azoto
(NO2) su tutti - e il diritto al risarcimento per i cittadini.
Presentate per la prima volta nell'ottobre 2022, le misure
messe a punto dalla squadra di Ursula von der Leyen nel
pacchetto 'Zero Pollution' stabiliscono limiti più severi per il
2030 per diversi inquinanti, tra cui il particolato (Pm2,5,
Pm10), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2).
Per i due inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla
salute umana, vale a dire le polveri Pm2,5 e NO2, i valori
limite annuali dovranno essere più che dimezzati, passando
rispettivamente dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo
e da 40 a 20 microgrammi per metro cubo, nel tentativo di
ridurre di almeno il 55% il numero di morti premature causate
dalle polveri sottili. Sono inoltre previsti più punti di
campionamento della qualità dell'aria nelle città.
L'Europarlamento e i Paesi membri hanno inoltre convenuto di
rendere comparabili, chiari e accessibili al pubblico gli indici
di qualità dell'aria, attualmente frammentati, in tutto il
Vecchio Continente, dando informazioni sui sintomi associati ai
picchi di smog e sui rischi per la salute associati a ciascun
inquinante. Gli standard di qualità dell'aria saranno
riesaminati entro il 31 dicembre 2030 e successivamente almeno
ogni cinque anni e più spesso se richiesto da nuovi dati
scientifici, come le linee guida riviste sulla qualità dell'aria
dell'Organizzazione mondiale della sanità. Per i Ventisette
l'accordo trovato prevede nuovi obblighi ma anche alcune
flessibilità. Nel dettaglio, oltre ai piani per la qualità
dell'aria richiesti ai Paesi Ue che superano i limiti, tutti i
governi saranno chiamati a redigere tabelle di marcia per la
qualità dell'aria entro il 31 dicembre 2028, definendo misure a
breve e lungo termine per rispettare i nuovi valori limite 2030.
E' stata però introdotta una clausola per i Paesi membri che
potranno chiedere di posticipare la scadenza del 2030 fino a
dieci anni, se saranno soddisfatte alcune condizioni specifiche,
anche nel caso in cui il taglio dei livelli di inquinamento
possa essere ottenuto soltanto sostituendo una parte
considerevole degli impianti di riscaldamento domestico
esistenti. L'accordo politico introduce anche il diritto al
risarcimento per i cittadini: chi subisce danni alla salute a
causa dell'inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in
caso di violazione delle norme Ue da parte dei governi
nazionali.
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