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Riciclavano auto rubate, 20 misure cautelari a Palermo

Riciclavano auto rubate, 20 misure cautelari a Palermo

Accusati anche di estorsioni ai danni dei proprietari vetture

PALERMO, 19 febbraio 2024, 09:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo nei confronti di 20 persone che farebbero parte di un'associazione criminale accusata di riciclaggio di autovetture rubate ed estorsioni commesse con la tecnica criminale del cavallo di ritorno. Per sette sono stati disposti gli arresti in carcere, per cinque i domiciliari, per tre l' obbligo di dimora, per uno quello di presentazione alla pg. Quattro sono indagati senza misure.
    Il gruppo, con base operativa allo Sperone, sarebbe responsabile di un vasto giro di riciclaggio di auto rubate, alle quali sono stati alterati i dati dei telai mediante punzonature con riferimenti ad auto incidentate, quasi tutte inutilizzabili, acquistate allo scopo. Montando sulle auto rubate ripunzonate le targhe delle auto incidentate gli indagati sono riusciti a "commercializzarle" dopo inesistenti collaudi cambiando, fraudolentemente, la destinazione d'uso da "autocarro" ad "autovettura", attraverso la complicità di un infedele impiegato della motorizzazione civile di Palermo, di 60 anni, arrestato lo scorso 28 febbraio dalla Polizia Stradale. È stato anche possibile accertare che il gruppo si e' reso responsabile di varie estorsioni consumate in danno di proprietari di auto rubate, restituite dopo l'esborso di denaro.
    Nel corso delle indagini sono stati accertati 22 casi di riciclaggio di veicoli tra cui Fiat Panda, Fiat 500, Fiat Punto, Smart; Peugeot 107; microcar Ligier, autocarri Iveco. 14 le è storsioni, per la restituzione di auto rubate, commesse con la tecnica del cavallo di ritorno per 8 Fiat 500; e 6 Lancia Y.
    Infine 8 furti di autovetture, di cui 4 Fiat 500; 2 Fiat Panda, 1 Lancia Y e 1 Jeep Renegade. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti diversi sequestri e perquisizioni nei luoghi in cui venivano nascosti i mezzi rubati, uno allo Sperone a Palermo e uno in provincia, a Partinico. L'inchiesta è partita a giugno del 2022, dopo il furto di una Fiat Panda. Gli agenti del commissariato Brancaccio e la polizia scientifica hanno trovato un 'impronta che apparteneva ad uno degli indagati. Si è partiti da lui per risalire a tutta l'organizzazione.
   

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