"La fiscalità delle auto aziendali di
nuova immatricolazione sia declinata in base alle emissioni di
CO2, differenziando tra veicoli inquinanti e non inquinanti". Lo
chiedono in una lettera aperta al governo l'associazione
ambientalista Transport & Environment e 12 aziende italiane o
operanti in Italia - Alfen, Avrios, E-shore, Fastned, Grundfos,
Ikea, One Wedge, Plus Ev-Charge, Scame, Totem Electro, Voltaage
e Wallbox Chargers.
"Una revisione della fiscalità delle auto aziendali, basata
sulle emissioni di CO2 dei veicoli - si legge nella lettera -
avvicinerà l'Italia agli standard europei e sosterrà lo sviluppo
dell'intera catena di valore della mobilità elettrica". Per T&E,
un aumento di auto elettriche nelle flotte aziendali
determinerebbe in tempi brevi un incremento di queste auto a
zero emissioni nel mercato dell'usato, garantendo maggiore
accessibilità a questi veicoli da parte dei consumatori.
Questa necessità è emersa anche da uno studio di T&E che
mette a confronto la fiscalità applicata all'auto in 31 stati
europei. Molti Paesi adottano misure di tassazione legate in
primis alle emissioni di gas serra, promuovendo così la
transizione verso veicoli elettrici a emissioni zero. Il sistema
di tassazione dell'auto, in Italia, è invece largamente
scollegato dal fattore emissivo: questo elemento di arretratezza
della nostra fiscalità è tra le cause principali del ritardo
accumulato nella decarbonizzazione del parco auto nazionale,
rispetto alla media europea.
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