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Salvini, se benzina sopra 2 euro tagliamo le accise

Salvini, se benzina sopra 2 euro tagliamo le accise

Urso, i prezzi scendono. Fegica, 7000 distributori alle mafie

ROMA, 08 febbraio 2023, 20:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Se i carburanti supereranno i 2 euro al litro, si taglieranno di nuovo le accise. Lo ha promesso oggi il vicepremier Matteo Salvini. Ma il suo collega Adolfo Urso, ministro delle Imprese, ha gettato acqua sul fuoco: i prezzi stanno scendendo. Al suo Ministero si è aperto oggi il tavolo con le aziende per il riordino del settore carburanti. I benzinai chiedono al governo una lotta seria contro l'evasione fiscale e il lavoro nero, e denunciano che 7.000 distributori in Italia sono in mano alle mafie.
    Secondo Salvini, "l'accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall'Italia, si arrivasse sopra i 2 euro, il governo interverrà, come è stato già fatto l'anno scorso. Adesso però siamo a 1,8 euro, e conto che il 2 davanti non lo si vedrà più".
    La situazione al momento non è preoccupante, nonostante il 5 febbraio sia scattato l'embargo sui prodotti petroliferi raffinati dalla Russia. Il ministro Urso ha spiegato che "nell'ultima settimana in Italia non vi è stato il temuto impatto del nuovo embargo petrolifero. Anzi, si è registrata una costante leggera flessione dei prezzi alla pompa". I numeri li ha forniti l'Osservatorio prezzi presso il suo Ministero: lunedì 6 febbraio il prezzo medio della benzina è stato di 1,867 euro e quello del gasolio di 1,878 euro al litro. Rispetto alla settimana precedente, il calo è stato di circa 1 centesimo al litro per la benzina e di circa 4 centesimi al litro per il gasolio.
    La discesa dei prezzi ha migliorato il clima fra governo e benzinai, che oggi si sono incontrati al Ministero delle Imprese per il Tavolo carburanti. Una trattativa per concordare il riordino del settore, concessa alle imprese dopo il contestatissimo Decreto legge Trasparenza di gennaio.
    Sull'onda dell'aumento dei prezzi dei carburanti dopo la fine del taglio delle accise, e delle accuse ai benzinai di aver speculato (accuse smentite dai dati del governo stesso), l'esecutivo ha deciso di imporre ai distributori di esporre il prezzo medio regionale di benzina e gasolio accanto al prezzo praticato, pena una multa. Un obbligo contestato subito dagli operatori, e criticato anche dall'Antitrust, per la quale rischia di far alzare i prezzi più bassi.
    Per venire incontro ai benzinai, il governo ha ridotto le multe e ha concesso un tavolo al Mimit per discutere dei problemi del settore. Stamani si è tenuta la prima riunione. "Un incontro interlocutorio a dir poco - lo ha definito il segretario nazionale della Fegica, Alessandro Zavallone -. Tante dichiarazioni di principio da parte del ministro. Ma sul Decreto Trasparenza, ha detto che ora spetta al Parlamento". "Chiediamo rispetto delle regole e trasparenza lungo tutta la filiera, troppo facile prendersela solo con i gestori", ha commentato il Presidente di Faib Confesercenti, Giuseppe Sperduto.
    I benzinai hanno denunciato il mancato pagamento delle accise da parte di tante pompe bianche, che a loro avviso venderebbero carburanti di contrabbando dall'Europa dell'Est. Un'evasione fiscale stimata in 13 miliardi di euro all'anno, un terzo del fatturato complessivo, e che finirebbe per alimentare la criminalità organizzata. Secondo Zavallone, "7.000 distributori su 22.000 in Italia sono in mano alle mafie". I gestori chiedono anche una lotta contro il lavoro nero ("il 60% degli impianti in Italia hanno lavoratori privi di contratti regolari", sostiene Zavallone) e il taglio delle commissione sui pagamenti col bancomat.
    Alla Camera intanto la maggioranza si è riunita per trovare un accordo sulla questione dell'esposizione del prezzo medio, in vista del voto in Commissione Attività produttive martedì.
    Fratelli d'Italia vuole mantenere il cartellone, Lega e Forza Italia preferiscono un QR Code collegato al sito del Mimit.
   
   

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