Nei primi nove mesi del 2023 sono
state immatricolate in Europa 462.600 vetture prodotte in Cina.
La maggior parte (il 46,4%) continua a essere rappresentata da
modelli provenienti da stabilimenti cinesi di case tradizionali
come Bmw, Lotus, Volvo, Honda, Dacia, Citroen, Ds, Smart,
Teslla. La quota dei marchi cinesi, pur in crescita, rimane
minoritaria (il 4,3%), pari a 19.800 auto. Lo mette in evidenza
una ricerca dell'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss
Business School, in collaborazione con CARe Center for
Automotive Research and Evolution dell'Università Guglielmo
Marconi. L'indagine, illustrata in occasione del Salone Auto
Torino, analizza l'industria automobilistica cinese e il suo
ingresso in Europa e in Italia.
"L'ingresso delle case automobilistiche cinesi in Europa
non è un fatto casuale né occasionale, ma frutto di una
strategia ben costruita dal governo cinese negli ultimi decenni
che ha fatto della Cina il più grande esportatore di auto del
mondo" spiega .
Fabio Orecchini dell'Università Guglielmo Marconi, curatore
della
ricerca. Un altro aspetto evidenziato è che la presenza
dell'industria cinese nel campo dell'endotermico, che oggi
costituisce la maggior parte dell'export di Pechino a livello
globale, potrebbe crescere anche in Europa. In Italia a dominare
il filone delle vetture cinesi sono i modelli endotermici
Al momento sono attivi in Europa 19 marchi appartenenti a 11
gruppi cinesi (numeri destinati a crescere nel 2024), i quali
costituiscono la componente nazionale più nutrita sul mercato
europeo. Un elemento inedito rispetto all'arrivo in passato dei
marchi giapponesi e sudcoreani.
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