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Completato il salvataggio della Marelli a Crevalcore

Completato il salvataggio della Marelli a Crevalcore

Ceduta a Tecnomatica. I sindacati, 'conclusa vertenza modello'

BOLOGNA, 08 agosto 2024, 20:21

Gianluca Angelini

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Il 19 settembre del 2023, la notizia arrivò secca: la Marelli - venne annunciato - avrebbe chiuso lo stabilimento di Crevalcore, nel Bolognese trasferendo la produzione in quello di Bari. Nel giro di poche ore i lavoratori emiliani si riunirono in un presidio permanente, divenuto - di giorno in giorno - meta di 'pellegrinaggio' di politici di ogni schieramento, sindacalisti, semplici cittadini a mostrare solidarietà e chiedere all'azienda di stracciare quella decisione che sarebbe costata il posto a 230 dipendenti.
A dieci mesi da quei giorni, con tutte le parti in campo - dal governo alle istituzioni locali, all'azienda e ai sindacati - a tessere una tela virtuosa, è andato in scena il salvataggio della struttura di Crevalcore con la sua cessione a Tecnomeccanica. L'ultimo passaggio, l'imprimatur alla 'salvezza' arriva da Roma dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove è stato raggiunto l'accordo definitivo per il passaggio dello stabilimento bolognese a Tecnomeccanica, fonderia specializzata nella produzione di componenti pressofusi in alluminio. "Questa conclusione riconosce la nostra determinazione nel trovare una soluzione concreta e costruttiva per la riconversione del sito di Crevalcore - osserva Giorgio Rossi, presidente Propulsion Solutions di Marelli - ringraziamo tutti gli attori che hanno contribuito in modo significativo alla positiva conclusione di questo percorso, che ha portato alla conservazione pressoché totale dei posti di lavoro del sito".
Nel dettaglio Tecnomeccanica riassorbirà immediatamente 152 lavoratori mentre per i rimanenti 67 verrà data attuazione al piano che prevede il riassorbimento di 40 dipendenti presso altri stabilimenti italiani di Marelli e nei 27 casi rimanenti l'erogazione di strumenti di accompagnamento alla pensione o di incentivi all'esodo. Disegnata congiuntamente al Fondo salvaguardia gestito da Invitalia, la soluzione strappa il plauso del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso secondo cui si tratta di "un altro caso di successo di riconversione produttiva. Siamo partiti dieci mesi fa - argomenta - con una procedura di licenziamento avviata nello stabilimento di Crevalcore e oggi siamo qui per porre il sigillo a questa operazione e di questo siamo molto felici, è una giornata importante".
E se dal Mimit traspare soddisfazione per l'epilogo della vicenda, lo stesso vale per il sindaco di Bologna e della Città Metropolitana, Matteo Lepore che lo definisce la dimostrazione della "capacità nostro territorio di creare un asse comune fra forze sociali, istituzioni e sistema imprenditoriale" e pure per i sindacati con la Fiom-Cgil e la Fim Cisl che non esitano a considerare la vertenza Marelli come "una vertenza modello" e da seguire.
Sul fronte politico, il parlamentare bolognese del Pd, Andrea De Maria, sottolinea il "successo della mobilitazione" e l'impegno di tutte le parti in causa mentre il viceministro felsineo alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami parla di un risultato straordinario che tutela l'occupazione e dimostra la grande attenzione del Governo al nostro territorio e alla sua economia". 

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