A febbraio la quota di penetrazione
delle auto elettriche pure (Bev) nel complesso dei paesi
dell'Unione europea allargata all'Efta e al Regno Unito, è stata
del 13,2%, tornando a superare la quota delle vetture diesel
(12%, dopo il pareggio di gennaio. In Italia, invece,
l'immatricolato diesel pesa per il 14,6% delle vendite, le auto
elettriche pure si fermano al 3,4%. Lo evidenzia l'analisi di
Roberto Vavassori, presidente di Anfia, sui dati diffusi oggi
da Acea. "Per favorire maggiormente la diffusione dei veicoli
a basse e zero emissioni e il conseguente svecchiamento del
parco circolante in Italia - dice Vavassori - puntiamo sulla
tempestiva entrata in vigore del nuovo piano incentivi, per il
quale ancora si attende la pubblicazione del decreto che ne darà
attuazione". Nell'area Ue + Efta e Regno Unito, a febbraio le
immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa hanno
avuto un incremento del 17,9%: in crescita sia le auto Bev,
(+10,3%, con il 13,2% della quota) sia le ibride tradizionali,
+24,2%, con una quota del 28,9%). Nel complesso sono state
immatricolate 491mila vetture ibride di tutti i tipi ed
elettriche, che rappresentano nell'insieme il 49,3% del mercato.
In Italia - secondo l'analisi di Anfia - la vendita di auto a
benzina a febbraio è cresciuta del 33,4%, rispetto allo stesso
mese del 2023, con una quota di mercato del 31,2%. In calo
(-11,8% rispetto a un anno fa) del diesel, con una quota del
14,6%. Le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa
rappresentano il 54,2% del mercato di febbraio, con volumi in
aumento dell'11,3% rispetto allo stesso mese del 2023. In
vista delle Elezioni Europee, "l'impegno fondamentale di Anfia è
quello di rafforzare l'azione di sensibilizzazione della
politica sui principali dossier automotive, al fine di costruire
una transizione - green e tecnologica - ordinata e razionale per
tutta la filiera. Riteniamo sia necessario dare priorità -
aggiunge il presidente Vavassori - all'innovazione e alla
produzione sostenibile di autoveicoli e relativi componenti,
garantire all'Europa le condizioni per potere continuare a
investire e a competere a livello globale, promuovere la
formazione e offrire una mobilità sempre più inclusiva e
accessibile a tutti".
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