Il baricentro di Aston Martin si sposta sempre più verso Ryad, come effetto della strategia dell'Arabia Saudita che punta a diversificare l'economia e ridurre la dipendenza dalle esportazioni di combustibili fossili.
Secondo quanto reso pubblico da una comunicazione alla Borsa di Londra la partecipazione del Fondo saudita per gli investimenti pubblici (Pif) è aumentata di 2,6 punti percentuali passando dal precedente 17,9% all'attuale 20,5%.
Con questa operazione, che è passata attraverso il costruttore californiano di vetture elettriche Lucid (controllato a sua volta dal Fondo saudita) il Pif si posiziona nella lista degli azionisti di Aston Martin davanti a Shufu Li presidente di Geely e con Lawrence Stroll - presidente di Aston Martin - che rimane principale azionista della Casa di Gaydon.
Lucid Group, il cui maggiore azionista è la Ayar Third Investment Company di Ryad ed quindi nella galassia delle partecipazioni saudite, ha firmato lo scorso giugno un accordo con Aston Martin per collaborare nella produzione di veicoli elettrici ad alte prestazioni a partire dal 2025.
L'accordo prevede una partnership tecnologica strategica a lungo termine che sosterrà Aston Martin nella strategia di elettrificazione attraverso l'integrazione di piattaforme a trazione sulle quattro ruote, di propulsori ad alte prestazioni e di batterie forniti da Lucid per un valore che viene stimato 'superiore a 450 milioni di dollari'.
Ricordiamo che nello scorso giugno Aston Martin e Mercedes-Benz avevano modificato - senza interromperlo - l'accordo di cooperazione strategica esistente e siglato nel 2020. In base a questa jv tecnologica la Stella a Tre Punte (che detiene un 9% circa delle azioni Aston Martin) rimarrà in vigore, comportando la fornitura di motori Ice e ibridi, oltre che di altre componenti high tech (come le piattaforme elettroniche) da parte di Amg.
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