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DS Pallas, nel 1964 la rivoluzione di stile alla francese

il nome ispirato Pallade, Dea di saggezza ed equilibrio

Redazione ANSA MILANO

Tra design e una nuova concezione di lusso, nel 1964 nasceva la DS Pallas. Quando la DS19 fu presentata al pubblico, nell'ottobre del '55, stupì il mondo per la sua elegantissima semplicità: la 'Dea' (il suo nome in francese si legge DéeSse, che vuol dire esattamente dea, divinità) era levigata, aerodinamica, priva di orpelli o cromature inutili. Chiaramente, nella sua linea, lo stilista italiano Flaminio Bertoni (che ne era l'autore) aveva valorizzato certi dettagli, come le elegantissime maniglie, i paraurti che sembravano due sculture e le cerniere del bagagliaio posteriore, dissimulate nelle finiture dei fianchetti che incorporavano anche le frecce posteriori, ma le curve descritte dalle superfici della lamiera erano pulite, interrotte solo da profili in gomma, sapientemente distribuiti, che fungevano da guarnizioni e che sottolineavano la perfetta ripartizione degli elementi della carrozzeria.

Nel 1972 un leggero restyling del frontale ne migliorò ulteriormente le caratteristiche aerodinamiche senza appesantirne la linea, piccoli elementi in gomma furono posti a protezione del frontale e del paraurti posteriore, ma la loro presenza era praticamente inavvertibile e, anzi, anteriormente si inserivano tra il porta targa ed il paraurti, separando questi elementi e conferendo alla DS19 un ulteriore tocco d'eleganza. Il mondo però cambiava rapidamente e i clienti più esigenti come giovani manager, direttori d'azienda, giornalisti e tutti quelli che provavano piacere e divertimento nell'uso quotidiano di una vettura di lusso, desideravano modelli con linee più moderne e pensate per quegli acquirenti che gradivano guidare personalmente la propria vettura. La DS19 riscuoteva già da anni un grande successo ma nel 1964 il marchio francese pensò ad un nuovo corso per DS, con nome che sarebbe divenuto famoso: Pallas, con un chiaro riferimento alla regina delle Dee: Pallade Athena, dea della saggezza e dell'equilibrio. Filetti cromati, modanature in gomma inserite in profili in acciaio inox (splendidamente integrati con i catadiottri posteriori), fianchetti in acciaio satinato e (soprattutto) interni dove i rivestimenti in cuoio naturale (o tessuto erano tra i segni distintivi del nuovo modello. La presentazione della DS Pallas avvenne al Salone di Parigi del 1964 e la produzione proseguì sino all'aprile del 1975, tanto che l'ultima DS uscita dalle catene di montaggio di Quai de Javel fu proprio una 23 Pallas. La nuova versione fu estesa anche alle DS Prestige che divennero Prestige Pallas e a tutte le Cabriolet prodotte dal 1965 a fine produzione. La variante Pallas, nel 1964, portò anche modifiche tecniche alla DS che, in questa versione, fu dotata di due proiettori anteriori a lunga portata (chiamati 'Boule' per la loro forma sferica), prodotti da Cibié e da Marchal per Citroën, poi gradualmente estesi (in opzione) a tutti i modelli fino al '67, quando il nuovo frontale con fari carenati (l'ultima opera di Flaminio Bertoni) integrò questa innovazione con il sistema di orientamento direzionale, collegato al movimento del volante.

(ANSA).

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