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Tempo Libero

The Sun e la 'Page 3' con le ragazze in topless, storia 'discussa' lunga 50 anni

Dal raddoppio delle copie il primo anno alla campagna contro fino allo stop nel 2015

Samantha Fox - The Sun © Ansa
  • di Anna Lisa Antonucci
  • 17 novembre 2020
  • 14:43

Era una freddissima mattina di metà novembre del 1970 quando la Regina Elisabetta, sfogliando i giornali come fa ogni giorno, immaginiamo si sia imbattuta nella terza pagina del The Sun. Il quotidiano, si sa, non è il Times, è quello che si definisce un giornale popolare, meglio scandalistico, pur sempre però il secondo quotidiano in lingua inglese più venduto al mondo, ma un'intera pagina di ragazze a seno nudo strabilia, imbarazza e crea sdegno. Sembra sia stato proprio il magnate australiano Rupert Murdoch che nel 1969 acquisisce il giornale, e fa così il suo ingresso nell'editoria, a scegliere di rilanciare il quotidiano calcando la mano sul fare scandalo. Alla guida del giornale Murdoch vuole Larry Lamb, che spinge sulla cronaca, sugli interessi privati e sugli scoop (veri o falsi). La formula ha successo e Lamb, accelera, e dal 17 novembre decide di dedicare pagina 3 del quotidiano alle ragazze in topless. La prima ad apparire a tutta pagina è Stephanie Rahn, etichettata 'Birthday Suit Girl' per celebrare il rilancio del giornale. L'apparizione a seno nudo della modella tedesca apre una nuova pagina nella storia dell'editoria. La 20enne è fotografata seduta in un campo, ripresa da un angolo laterale in modo che sia ben visibile uno dei suoi seni. La foto di Rahn è scattata da Beverley Goodway, che diventerà il principale fotografo di Page 3 di The Sun fino al 2003.
Da quella prima 'Page 3' il giornale continuerà con 45 anni di modelle in topless, tra cui Samantha Fox, Linda Lusardi, Melinda Messenger, Vivienne Neves e Stephanie Marrian sostenendo che questa scelta ha aiutato il Sun a diventare il quotidiano più popolare del paese. Nel giro di un anno di foto in topless , infatti, The Sun raddoppia i lettori. Lamb utilizza il sesso come elemento essenziale del contenuto e del marketing del giornale, sostenendo che sia la parte più importante della vita dei suoi lettori. Per 45 anni, dunque, il Sun ha continuato a pubblicare le foto delle sue modelle a seno nudo sostenendo che 'page 3' fosse una ''innocua istituzione Britannica considerata con affetto e tolleranza''. Al contrario, sia i movimenti femministi che molti conservatori hanno osteggiato Pagina 3 definendo le immagini qui ospitate come pornografiche e misogine. Negli anni 80, la deputata laburista Clare Short presenta in Parlamento una mozione in cui chiede ai giornali di porre fine alla pratica delle donne nude. Ma si dovrà aspettare il 2012 perché nasca la campagna 'No More Page 3', ma si sa la conservatrice Inghilterra ha tempi lunghi. E' Lucy-Anne Holmes nell'agosto 2012, a dare il via al movimento di opinione secondo cui pubblicare immagini di modelli glamour in topless sui giornali nazionali è una tradizione obsoleta, sessista e inappropriata che gli editori dovrebbero interrompere. La campagna raccoglie oltre 240.000 firme con una petizione online e ottiene il sostegno di oltre 140 parlamentari, un certo numero di sindacati, oltre 30 università, e molte associazioni di beneficenza e altri gruppi. Nel febbraio 2013 , la campagna chiede ai sostenitori di inondare il proprietario del Sun, Rupert Murdoch, di messaggi. I tempi sono maturi anche perchè il magnate dell'editoria già da tempo aveva mostrato qualche dubbio sull'opportunità di continuare a pubblicare le ragazze in topless. ''È così fuori moda'', aveva scritto su Twitter. Il Sun cessa di pubblicare immagini di ragazze in topless a Pagina 3 nella sua edizione irlandese nell'agosto 2013 e nella sua edizione nel Regno Unito nel gennaio 2015. Per qualche tempo continua a pubblicare foto in topless in una sezione dedicata del suo sito web fino al 2017, e sforna calendari annuali di Pagina 3 fino al 2018. Lamb molto tempo dopo quella discutibile scelta esprimerà un certo rammarico per aver introdotto le donne nude sul giornali, seppure continuando a negare che fosse un'idea sessista.

  • di Anna Lisa Antonucci
  • 17 novembre 2020
  • 14:43

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