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Tutela della Biodiversità, 5 consigli per fare la nostra parte

Tutela della Biodiversità, 5 consigli per fare la nostra parte

La spesa contadina, la scelta di non mangiare 'i soliti' pesci esempi di comportamenti sostenibili

21 maggio 2021, 18:21

di A.M.

ANSACheck

rospo su ravanelli (foto dal bioblitz scientifico organizzato nell’azienda Agricola San Michele di Cortellazzo (Ve) in collaborazione con l 'Associazione successione ecologica (courtesy Natura Sì) - RIPRODUZIONE RISERVATA

rospo su ravanelli (foto dal  bioblitz scientifico organizzato nell’azienda Agricola San Michele di Cortellazzo (Ve) in collaborazione con l 'Associazione successione ecologica (courtesy Natura Sì) - RIPRODUZIONE RISERVATA
rospo su ravanelli (foto dal bioblitz scientifico organizzato nell’azienda Agricola San Michele di Cortellazzo (Ve) in collaborazione con l 'Associazione successione ecologica (courtesy Natura Sì) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La biodiversità, ovvero la varietà della vita sulla Terra, rende splendido e abitabile il nostro pianeta. A patto di preservarla e difendere gli ecosistemi e specie animali e vegetali. La Giornata Mondiale della Biodiversità è stata istituita dall'Onu nel 1992 il 22 maggio per sensibilizzare su questo tema di salvaguardia.
Intanto esistono le aree  protette. L’Unione Europea è impegnata nella tutela della biodiversità e negli ultimi 25 anni ha dato vita a una rete di 26.000 aree protette entro i suoi confini, per un totale di oltre 850.000 km2. Natura 2000 è il nome di questa rete di aree protette, la più estesa al mondo, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono però riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse (la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali").
Cosa possiamo fare noi per contribuire alla tutela della diversità? 

Nonostante il suo valore sia unico, spesso si dà la natura per scontata. La pressione che l’uomo esercita su molti sistemi naturali aumenta di continuo e impedisce loro di funzionare al meglio, con il forte rischio di perdita di biodiversità e di compromettere alcuni servizi ecosistemici. Tutti hanno la possibilità e la responsabilità di contribuire a salvaguardare la biodiversità apportando piccoli cambiamenti alle proprie abitudini quotidiane, anche senza stravolgere il proprio stile di vita.
"Attentare alla biodiversità danneggiando la natura ha - dice Andrea Segrè, che dirige l’Osservatorio Waste Watcher International e da tre decenni studia le implicazioni dello spreco alimentare sulla salute dell’ambiente e dell’uomo - un forte impatto sulla sicurezza alimentare e la salute umana: le scelte di produzione agricola, trasformazione alimentare, trasporto, acquisto, gestione e fruizione del cibo sono fra le principali cause dell’allarmante perdita di biodiversità e incidono sul cambiamento climatico. Ci ha colpito verificare la accresciuta sensibilità degli italiani sul tema: 7 su 10 (68%) dimostrano di saper correttamente definire la biodiversità come “una molteplicità di specie animali, vegetali e microorganismi” e 4 italiani su 10 conoscono bene il collegamento fra la perdita di biodiversità e l’alterazione degli ecosistemi, con conseguenze rilevanti per l’abitabilità terrestre, come la pandemia covid-19. Esiste, infine, uno stile alimentare che, secondo gli italiani, è piu’ rappresentativo della biodiversita’; la dieta mediterranea, secondo il 63% degli intervistati, 6 su 10 quindi (dati Osservatorio Waste Watcher 2020)».
Per conservare la biodiversità serve ripristinare una rete di aree naturali sia all’interno delle città che nei campi coltivati. Non a caso la Strategia europea Farm To Fork indica che entro il 2030 il 10% dei campi coltivati deve essere dedicato a zone di conservazione della biodiversità: boschi, aree umide, siepi alberate. La maggiore realtà del biologico in Italia, le 300 aziende agricole fornitrici di Natura Sì ha già raggiunto, anzi quasi doppiato il traguardo Ue: le aree di natura coprono il 19% della superficie. Un’esperienza che dimostra come sia possibile trasformare l’agricoltura da causa di perdita di biodiversità a vero e proprio scrigno di conservazione ma anche asset di produzione. A guadagnarne, infatti, non è esclusivamente l’equilibrio ambientale e naturale: se guardiamo all’economia globale nel suo insieme, scopriamo che circa il 40% del suo valore è legato a doppio filo alle risorse della natura.
Tra le cause maggiormente impattanti sugli habitat ci sono l’agricoltura e l’allevamento industriali. A livello globale, dal 1970 a oggi, il volume della produzione agricola è aumentato di circa il 300%, ma questo risultato è stato raggiunto senza preoccuparsi del suolo, dell’ambiente e dell’inquinamento. E oggi (sempre secondo i dati Onu) paghiamo il conto anche a livello economico: il degrado del suolo ha ridotto del 23% la produttività della superficie terrestre globale e fino a 577 miliardi di dollari in colture globali annuali sono a rischio per la scomparsa degli impollinatori.
L’espansione dell’agricoltura industriale, insieme all’allevamento intensivo, è tra i principali motori della distruzione globale delle foreste per liberare suoli da destinare a colture e pascoli. Questa alterazione del naturale equilibrio degli ecosistemi, secondo molti ricercatori, apre la strada al processo chiamato “zoonosi” che permette ai virus, come il Coronavirus, di fare un “salto di specie”, passando dagli animali all’uomo. "Se la biodiversità sta bene, l’uomo sta bene. C’è un’agricoltura - dice Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì - che può contribuire attivamente alla conservazione delle specie e degli habitat: un’agricoltura che non usa pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi, che garantisce la rotazione delle colture con una grande varietà di specie coltivate. E a guadagnarci siamo tutti: agricoltori e consumatori. Ci siamo appropriati di uno spazio che non era il nostro e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. È ora di ristabilire il naturale equilibrio della natura. Le Nazioni unite ci chiedono di essere parte della soluzione, la Terra ce lo chiede". 
Ecco, tratti dal sito In a Bottle (www.inabottle.it) 5 consigli per rispettare la biodiversità:

- Fare la spesa consapevolmente. Le scelte individuali quotidiane su ciò che si mangia e si compra sono fondamentali per proteggere gli ecosistemi e, quindi la biodiversità: se possibile, è preferibile scegliere prodotti alimentari sani e biologici. Facendo la spesa  nei mercati contadini ad esempio dove gli agricoltori propongono specialità custodite da generazioni e che con i nostri acquisti possiamo contribuire a non estinguere (torzella, tormarino, carciofi bianchi, zucchina trombetta, sono esempi regionali poco noti) o nei posti che si stanno diffondendo che propongono il mercato al supermercato (come Banco Fresco a Torino, Beinasco e Crema) 
- Salvaguardare le specie di pesce a rischio di estinzione. Meglio evitare di mangiare i soliti noti come tonno, spada, dentice e orate, tra i pesci più consumati in cucina e per questo vittime della pesca intensiva. Considerando che in Italia ci sono oltre 300 specie commestibili, essi si possono sostituire con esemplari meno conosciuti ma ugualmente buoni come lo sgombro, la lampuga, la palamita, la gallinella.
- Non sprecare l’acqua. L’oro blu, elemento essenziale di vita e sviluppo, deve essere preservato e soprattutto non sprecato. Basta seguire quotidianamente alcuni consigli per ridurre lo spreco d’acqua, aiutando così l’ambiente e il portafoglio, come controllare che i rubinetti siano ben chiusi e non perdano, preferire la doccia al bagno, installare uno sciacquone intelligente.
- Seguire le tre regole del riciclo: riusare, riciclare e riparare. Nelle scelte d’acquisto è importante prestare attenzione alla durata dei beni, alla scelta dell’imballaggio meno ingombrante e più facilmente riciclabile. È importante anche effettuare correttamente la raccolta differenziata: il riciclo di metà dei 500 kg di rifiuti prodotti ogni anno da ciascuno di noi permette di risparmiare 240 kg all’anno a testa di emissioni di CO2.
- Muoversi in modo sostenibile. La mobilità sostenibile gioca un ruolo importante per rendere il nostro stile di vita rispettoso dell’ambiente. Inoltre, usare la bicicletta implica diversi benefici: pedalando non solo non si inquina, ma si risparmia e ci si garantisce un minimo di attività fisica.
Un laboratorio di ricerca a cielo aperto sulla biodiversità è diventato la tenuta di Panna, nel cuore del territorio toscano dove sgorga e viene imbottigliata l'acqua che porta il suo nome. Realizzato con Federparchi e in collaborazione con i ricercatori di alcune Università toscane, il progetto darà vita ad uno studio a disposizione delle amministrazioni locali per una migliore gestione del territori.

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