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Invasione di email con la pandemia, il marketing si aggiorna

Invasione di email con la pandemia, il marketing si aggiorna

1 mld a marzo 2020, covid, delivery, domicilio parole chiave. La novità è che le leggiamo e non le cestiniamo

01 febbraio 2021, 15:42

Redazione ANSA

ANSACheck

email sullo smartphone foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

email sullo smartphone foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
email sullo smartphone foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Iperconnessione da pandemia: gli effetti sono anche nell'invasione di email che riceviamo ogni giorno, anche per lavoro ovviamente pure se siamo in smart working, ma non solo. Il vero e proprio bombing di posta elettronica è un fenomeno in crescita nel marketing, dovuto ai tempi di emergenza sanitaria. La novità, che emerge da uno studio condotto da MailUp società italiana specializzata in soluzioni di messaging e marketing multicanale, è che queste mail le apriamo e le leggiamo, mentre magari in epoca pre pandemia eravamo più portati a cestinarle. E questo vale soprattutto sui temi forti di questi mesi, legati alla salute e non solo. Messaggi di “self care” e cura personale sono ai primi posti.
A marzo 2020 un picco tracciato: un miliardo di email di marketing inviate e ben 103 milioni con in oggetto parole chiave richiamanti l’emergenza sanitaria: Covid-19, lockdown, quarantena e pandemia. Predominante il settore medicina, seguito da no profit ed enti pubblici: parte da qui l’aumento delle comunicazioni a tema Covid-19 nelle prime fasi dell’emergenza. Molto forte anche la presenza del delivery con 21 milioni di email inviate nel 2020, in particolare dalle aziende del beauty e del retail. È quanto emerge dallo studio condotto prendendo in considerazione tutte le email massive (eccetto gli invii transazionali) inviate lo scorso anno su un campione di circa 14 miliardi di invii e si è basato sulla ricerca di alcune keyword tra cui “delivery” e “domicilio”. I risultati dell’analisi di MailUp mostrano una sensibile crescita delle comunicazioni a tema Covid nella prima fase di contagio e un picco di email sul delivery nei primi mesi di lockdown, segno di come le aziende siano corse ai ripari dopo il primo impatto traumatico della pandemia.
Il pubblico si è mostrato molto interessato a leggere questo tipo di comunicazioni rispetto ai volumi generali: da febbraio ad aprile il tasso di open rate è rimasto intorno al 20%; mentre l’open rate medio delle altre campagne del campione non ha superato i 13 punti percentuale. Un andamento che sembra aver seguito di pari passo quello del virus, visto anche il lieve calo delle aperture delle email registrato nel periodo estivo, attestatesi tra il 15 e il 17%. “I dati raccolti confermano l’evoluzione che le campagne di email marketing hanno subito nel corso dell’ultimo anno – commenta Giuseppe Vadalà, Customer Value Manager di MailUp –. Molte aziende di settori diversi si sono trovate costrette ad adeguare in corsa le rispettive strategie di comunicazione e vendita per far fronte al nuovo scenario. In un contesto inedito di difficoltà collettiva, l’email si è confermata un canale versatile ed efficace per mantenere viva la relazione con i propri clienti.”

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