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Ritrattista Obama punta a Central Park

Ritrattista Obama punta a Central Park

In gara per rimpiazzare statua controverso medico J.Marion Sims

07 ottobre 2019, 17:50

di Alessandra Baldini

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dopo aver innalzato una statua equestre a Times Square, Kehinde Wiley punta a Central Park: il ritrattista di Barack Obama, artista del momento a New York assieme a Wangechi Mutu, le cui cariatidi occupano da un mese la facciata del Met, è tra i finalisti, con altre due artiste afro-americane, per il monumento che prenderà il posto di quello a J. Marion Sims, a volte definito il "padre della moderna ginecologia", ma che in realtà fu un Mengele del XIX secolo che condusse brutali esperimenti su schiave di colore senza usare l'anestesia. La statua del chirurgo, rimasta in piedi per 80 anni ai bordi del parco di fronte alla 103/a strada, è stata finalmente rimossa nell'aprile 2018 e trasferita nel cimitero di Greenwood.
    "I monumenti hanno la tendenza di sbagliare la storia e abbellirne una parte", ha detto di recente Kara Walker, la cui fontana falso barocca alla Tate Modern di Londra prende di mira i monumenti imperiali britannici e le statue dell'America confederata. Wiley ha già all'attivo un anti-monumento in questa linea: la sua prima opera di arte pubblica inaugurata a fine settembre a Times Square e intitolata "Rumors of War" raffigura un afroamericano a cavallo, addosso una felpa e i jeans strappati, in risposta alle statue dedicati ai generali sudisti innalzati in molte città del sud dell'America. "Rumors of War" resterà a Times Square fino a dicembre prima di venir spostata a Richmond dove sarà esposta su Arthur Ashe Boulevard, la strada intitolata all'iconico tennista nero che incrocia Monument Avenue, finora 'regno' incontrastato dei generali della Confederazione.
    "E' il mio modo di dire basta", ha spiegato il 42enne afroamericano celebre per il ritratto ufficiale di Obama alla National Portait Gallery di Washington che per Central Park ha proposto una scultura di bronzo da erigere sul piedistallo lasciato vuoto dalla statua di Sims: tre donne, tre anonime dottoresse vestite in una armatura.
    Con lui e con la Mutu la competizione per la rivincita sul controverso chirurgo sarà con Simone Leigh e Vinnie Bagwell. La Bagwell ha proposto la statua di un angelo alato che regge in mano il simbolo di Esculapio e la fiamma eterna nell'altra, nella base i volti delle donne su cui Sims sperimentò le sue tecniche. Anarcha, Lucy e Betsey, le vittime del chirurgo, ma Henrietta Lacks le cui "cellule immortali" sono diventate un film e molte altre anonime sono al centro anche della installazione della Leigh, mentre la proposta di Wangechi Mutu, l'artista della facciata del Met, è basata su un disegno di un essere umano seduto sulla carcassa di un grande animale ucciso: i corpi sono fusi e velati da una "membrana che avvolge entrambi", un riferimento agli esperimenti di Sims e all'assalto coloniale sui corpi degli africani.
   

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